“Il giudice ha ritenuto apprezzabile la collaborazione di Ianuale e Di Lorenzo, concedendo ai due presunti assassini di Anatolij Korol le attenuanti generiche. Rispetto la sentenza, ma esprimo le mie personali riserve, in quanto le pene inflitte non mi soddisfano pienamente, soprattutto per quel che riguarda l’autore materiale dell’omicidio”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Gragnaniello, legale della famiglia di Anatolij Korol – il muratore-eroe di 42 anni, ucciso il 29 agosto dello scorso anno in un supermercato a Castello di Cisterna, mentre tentava di sventare una rapina a mano armata – commentando la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Nola contro i presunti assassini dell’ucraino, e dei loro due complici. I due autori della tentata rapina e dell’omicidio, Gianluca Ianuale, 22enne che si autoaccusò dell’omicidio, e il fratellastro Marco Di Lorenzo, 32 anni, figli di un boss di Castello di Cisterna che entrarono pistola in pugno nel supermercato, sono nel frattempo divenuti collaboratori di giustizia, ed hanno scelto, così come i loro presunti complici, il rito abbreviato. La famiglia Korol si era costituita parte civile nel processo, ed oggi in tribunale era presente il solo legale della moglie di Anatolij, Nadija, il quale ha subito avvertito la sua assistita delle pene inflitte. “Ha detto ‘va bene’ – ha affermato Gragnaniello – null’altro. Ha accolto con la sua caratteristica serenità anche la sentenza che condanna gli assassini del marito”. Il Giudice del Tribunale di Nola, Giuseppe Sepe, ha condannato a 20 anni di carcere Ianuale, e la stessa pena è stata inflitta anche a Di Lorenzo, ritenuti gli autori della tentata rapina. I due furono arrestati una settimana dopo l’omicidio, in Calabria, dove si erano rifugiati subito dopo il delitto. Poche settimane dopo finirono in galera anche i presunti complici, il 50enne Emiliano Esposito (condannato a 20 anni per concorso in omicidio e ricettazione), ed il 40enne Mario Ischero, che ha risposto di concorso in rapina. Korol fu ucciso nel corso di una colluttazione con uno dei due malviventi entrati, pistola in pugno, nel supermercato dove il 42enne aveva appena fatto la spesa in compagnia della figlioletta di un anno e mezzo. L’uomo non esitò a lasciare la figlia in sicurezza e tornare indietro per cercare di fermare quelli che poi diventarono i suoi assassini. Il suo gesto non passò inosservato e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella insignì il muratore della medaglia d’oro al valor civile.