Ponticelli, Salzano punito dai D’Amico: “Era tra i killer della boss Nunzia la passilona”

Flavio Salzano, il 29enne ammazzato a Ponticelli la notte del 30 agosto in cupa San Michele era nel commando che aveva ucciso Nunziata D’Amico la “passilona”,  il vero capo del famigerato clan dei “fraulella” del rione Conocal freddata al “Brox” con una decina di colpi di pistola nell’ottobre del 2015. E’ la pista investigativa più accredita degli inqurenti che stanno svolgendo le indagini: Salzano sarebbe morto per mano dei D’Amico che avrebbero vendicato la morte di Nunzia. Gli inquirenti stanno ascoltando i numerosi pentiti del clan e mettendo tutti i tasselli al posto giusto per comporre il masaico. Come riporta Il Roma, Salzano era stato attirato in una trappola da qualcuno che conosceva e di cui si fidava, al punto da incontrarsi in un luogo isolato di Ponticelli. Era latitante dal 20 giugno scorso con gli 84 arresti dell’operazione “Delenda”. Gli investigatori cercano di scoprire anche  dove si era nascosto il latitante in questi due mesi. Flavio Salzano fu allontanato dal clan D’Amico, passando poi con i De Micco, perché il gruppo dei “Fraulella” e in particolare la boss Nunziata D’Amico, iniziarono a sospettare che lui e il cognato Silvio Rigotti corrispondevano anche ai “Bodo” una quota degli incassi proveniente dalla piazza di droga gestita al Conocal. Il 29enne ammazzato in cupa San Michele fu anche cacciato dall’alloggio popolare occupato con la compagna e la figlia. Con la morte violenta di Flavio Salzano l’unico latitante dell’inchiesta “Delenda”  rimane Francesco De Bernardo, 27 anni compiuti lo scorso marzo, destinatario della misura cautelare per il traffico di droga gestito in una piazza di spaccio controllata dai D’Amico e assaltata dai “Bodo”. Anche lui era poi passato con i De Micco. Del 27enne ancora uccel di bosco hanno parlato diversi pentiti, tra cui Giovanni Favarolo detto “Giuan ’o boss”, fedelissimo di Giuseppe D’Amico prima di pas- sare dalla parte dello Stato. “Francesco De Bernardo”, ha messo a verbale il collaboratore di giustizia nell’interrogatorio del 28 gennaio 2014, “è il capo piazza che si trova in via al Chiaro di luna. Con lui lavoravano Maria Grandulli, “’a bionda”, “’o paccone” e una tale “Ciretta”.


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