Quindici anni di carcere per la banda dei “cavalli di ritorno”

La Corte di Appello di Napoli, quinta sezione penale, ha concesso uno sconto di pena a 6 imputati, a cui erano contestate a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, estorsione, furto e ricettazione di veicoli, con la cosiddetta tecnica del cavallo di ritorno. Si tratta di: Di Costanzo Francesco, napoletano classe ’92, condannato a 3 anni ed 8 mesi di reclusione; Di Lorenzo Domenico, di San Pietro a Patierno, classe ’76, condannato a 3 anni ed 8 mesi di reclusione; Granato Alfonso, classe ’62, condannato ad 1 anno e 6 mesi di reclusione; Ingenito Giovanni, napoletano classe ’87, condannato ad 1 anno ed 8 mesi di reclusione; Maresca Giuseppe, di San Pietro a Patierno classe ’70, 3 anni ed 8 mesi di reclusione; Testa Alessandro, di Quarto classe ’77, anni 1 mesi 9 giorni 20 di reclusione.
Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Dario Carmine Procentese, Luigi Poziello, Generoso Grasso, Gandolfo Geraci, Angelo Ferraro e Massimo Fumo.

La banda , come riporta Internapoli, era composta da due nuclei criminali che interagivano tra loro, una regia che coordinava ladri di auto, officine per lo smontaggio dei veicoli rubati, esperti di elettronica per la disattivazione dei codici­chiave, “segnalatori” di veicoli da rubare, addetti ai rapporti con le vittime dei furti e alle richieste di soldi per i “cavalli di ritorno”. Da 700 a 1400 euro le “tariffe” per riavere la propria auto, una gang super­tecnologica e organizzata che aveva mietuto vittime a Napoli, Quarto, Pozzuoli e nel resto dei Campi Flegrei.


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