“Sappiamo tutto di te, conosciamo l’orario in cui vai al cimitero da tuo figlio”, ecco come il clan D’Ausilio chiedeva il pizzo

Ci sono altre persone che fanno parte del clan D’Ausilio che ha compiuto negli ultimi mesi estorsioni a tappeto nella zona di Bagnoli, Agnano e Cavalleggeri d’Aosta. Non sono stati ancora identificati mentre il boss latitante Felice D’Ausilio è solo indagato perché nessuno dei testimoni, le vittime delle due tentate estorsioni, dice di averlo incontrato né sono risultate telefonate in cui sente la sua voce. eppure grazie al coraggio di due imprendiotri che si sono ribellati ai signori del pizzo che sono finiti in carcere Antonio D’Ausilio, fratello di Felice, 36enne  di via Morelli ma che ora abita a Villaricca e i tre suoi complici Alessandro De Falco detto “’o pazzo”, 25enne di via Divisione Siena; Vittorio Albano, 43enne di Marano; Lucian Mihai Stanica, 31enne di Giugliano.

“Sappiamo tutto di te, conosciamo l’orario in cui vai al cimitero da tuo figlio”, con questa minaccia esplicita Alessandro De Falco ‘o pazzo si era rivolto al responsabile della Lega Navale di Coroglio. Per poi aggiungere: “Antonio e Felice ti vogliono incontrare urgentemente perché vogliono il regalo.Noi non vogliamo sapere niente, devi venire a parlare con Antonio e Felice”.

Era fine luglio e nonostante l’uomo non avesse alcuna voglia di aderire alla richiesta di un incontro, sostanzialmente ad agosto scorso, come riporta Il Roma, il signor C. fu costretto a presentarsi all’appuntamento con i fratelli D’Ausilio. Ma in un bar nei pressi di un distributore di benzina a Qualiano arrivò soltanto Antonio, accompagnato da Alessandro De Falco. L’esordio, nel racconto della vittima ritenuto veritiero senza nessun dubbio dagli investigatori e dagli inquirenti, fu molto indicativo. “Ora ci siamo riorganizzati e faremo tabula rasa dappertutto, per cui ci devi pagare come fanno tutti gli ormeg- giatori”. Inutilmente l’uomo ribatteva di non essere il proprietario dell’ormeggio, Antonio D’Ausilio sembrava ina- movibile. «”o so che il vero proprietario sei tu del rimessaggio e lo hai intestato a un tuo operaio”.
Convinzione ribadita dai luogotenenti del ras qualche giorno dopo a Coroglio e in particolare da Vittorio Albano: “Sappiamo che il titolare sei tu e devi sapere che hanno messo me a comandare su Bagnoli e Coroglio. Antonio D’Ausilio si sta incazzando per questa situazione”.
Con le stesse modalità è andata avanti anche la tentata estorsione ai danni dei due fratelli titolari di un bar ad Agnano. Nel locale spesso è presente anche il padre, quand’è libero dal suo lavoro di dipendente comunale, e proprio lui in un’occasione si è trovato di fronte Vittorio Albano e il complice romeno della gang. I taglieggiatori volevano 10mila euro a nome della “famiglia D’Ausilio e in particolare Antonio e Felice”. Una testimonianza che, unita agli altri indizi, ha contribuito all’emis- sione del decreto di fermo eseguito tre giorni fa dai carabinieri del Nucleo investigativo partenopeo.I titolari del bar di via Agnano sotto pressione erano già stati avvicinati da emissari dei D’Ausilio per una richiesta di “pizzo”. Ma anche allora c’era stato un rifiuto, compreso un no a presentarsi al cospetto dei fratelli ras. La circostanza è emersa tra le pieghe dell’inchiesta che ha portato dietro le sbarre martedì scorso dietro le sbarre i quattro. Proprio per evitare altri problemi ai figli il signor L. si fermava spesso presso il locale, nelle ore in cui non lavorava, e ha consegnato ai carabinieri le immagini del sistema di videosorveglianza che dimostrano la presenza degli indagati. Un altro elemento che ha spinto gli inquirenti a chiedere e ottenere dal Gip la misura cautelare dopo aver fatto scattare il fermo.

(nella foto i cantieri navali di Coroglio e da sinistra Antonio D’Ausilio,Alessandro De Falco, Vittorio Albano e Mihai Stanica)

 

 


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