Scafati: il destino politico di Aliberti si decide a Roma. Finita l’inchiesta della commissione d’accesso

 Commissione di accesso al Comune: completato il lavoro del pool, stamane la relazione sarà nelle mani del prefetto Salvatore Malfi. Il destino del Consiglio comunale, guidato dal sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, è scritto in quelle pagine che il viceprefetto Vincenzo Amendola, insieme al maggiore dei carabinieri Carmine Apicella e all’ingegnere Giuseppe Rocco, hanno redatto in questi sei mesi di lavoro al Comune. Il lavoro è finito e oggi, alla scadenza della proroga, chiesta a giugno, la commissione consegnerà al prefetto l’esito delle indagini amministrative fatte dai commissari e da alcuni esperti che li hanno affiancati. Top secret l’esito della relazione che, dopo il vaglio del prefetto, sarà indirizzata al ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Le sorti del Comune sono legate lla valutazione ultima del governo che chiuderà l’iter di verifica su infiltrazioni camorristiche al Comune e su gravi illegalità in ambito amministrativo. Un lavoro complesso quello della commissione di accesso che si è più volte intersecato con quello della procura antimafia e di carabinieri e Dia che contemporaneamente hanno lavorato sul versante giudiziario nell’inchiesta che vede tra gli indagati per scambio di voto, associazione per delinquere, corruzione, concussione, il sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, la segretaria comunale Immacolata Di Saia, lo staffista Giovanni Cozzolino, ma anche il consigliere regionale e moglie di Aliberti, Monica Paolino, il fratello del sindaco, Nello Maurizio Aliberti, insieme a dirigenti comunali e ad esponenti del clan Loreto-Ridosso. La commissione di accesso giunta nel pieno della bufera giudiziaria e politica al comune retto da una maggioranza di centrodestra, ha dovuto controllare regolarità di gare d’appalto, atti amministrativi, partecipazioni dell’Ente. Decine le persone ascoltati in questi mesi dalla Commissione con l’ausilio dei carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore, coordinati dal maggiore Enrico Calandro e dal capitano Michele Avagnale. Uno screening difficile nel quale sono stati esaminati gli ultimi otto anni di governo. Grande impatto, nel lavoro della commissione e dell’inchiesta hanno avuto le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Alfonso Loreto, rispetto ad alcuni episodi che avrebbero caratterizzato l’ingerenza della criminalità sulla vita amministrativa.(r. f.)


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