“Quella mattina dovevo andare al mare, aspettavo gli amici per trascorrere la prima giornata di svago, magari in vista di una breve vacanza che avrei dovuto trascorrere in Spagna. Un sogno atteso da mesi, dopo un anno di lavoro, avevo messo da parte qualche risparmio. Un sogno che si è infranto in una manciata di secondi”. Ha iniziato così il racconto della sua estate infernale, al quotidiano Il Mattino, il 19enne Valetino Esposito, una delle due vittime innocenti delle “stesa” del 10 agosto scorso in via Marco Aurelio al Rione Traiano. In quella stessa circostanze mentre i killer della camorra spararono all’impazzata fu colpita per errore anche una donna che si trovava sul balcone di casa a stendere il bucato. Ci fu una delle numerose “stese” dei clan che si contendono il controllo degli affari illeciti tra il Rione Traiano, Soccavo e Pianura. Da una parte gli “storici” Puccinelli-Petrone alleati con i Sorianiello-Lago-Romano-Giannelli e dall’altra “gli scissionisti” dei Lazzaro-Basile con i Pesce-Marfella-Mele. E’ una situazione incandescente nella zona nonostante gli arresti e i questri dia rmi da parte delle forze dell’ordine. Ci sono ancora troppi camorristi in libertà e ancora troppe armi in giro.
“Non riuscivo a capire cosa fosse accaduto – dice oggi il 19enne ripensando a quella mattinata del giorno di San Lorenzo – so solo che mi portarono qui in ospedale, dove sono stato operato da medici in gamba, dove sono stato salvato e da dove spero di uscire presto in buone condizioni di salute». Valentino Esposito è ancora in ospedale, al San Paolo, accudito dai genitori, amici e parenti. Un miracolato – insistono i medici – mentre si attende l’esito dell’ultima radiografia, in vista del possibile via libera per il ritorno a casa: diaframma, fegato e polmone colpiti dalle schegge del colpo esploso quella mattina, sarebbero bastati pochi millimetri ad uccidere un ragazzo estraneo al crimine, raggiunto per errore nel corso di un agguato camorristico. Da allora indagini della Mobile del primo dirigente Fausto Lamparelli, che hanno escluso ogni coinvolgimento del ragazzo in dinamiche criminali, ma anche della donna che stava affacciata al balcone, lì a pochi passi da Valentino Esposito. Ma chi è il 19enne ferito? «Lavoro, vivo qui al rione Traiano, non chiedo di lasciare Napoli, ma di vivere in una società migliore, magari con una massiccia presenza di forze dell’ordine. Mio padre è un lavoratore, è impiegato in un’agenzia nautica, ma è stato anche nel corpo dei vigili del fuoco; mio nonno è cavaliere della Repubblica, dopo una vita con i vigili del fuoco, insomma in famiglia siamo tutti per la legalità. È trascorso quasi un mese, ma davvero non riesco a capire chi e perché mi ha provocato queste ferite. Mi stavano ammazzando senza un motivo. Chiedo di poter tornare ad essere sereno, di passeggiare per le strade del mio quartiere senza paura, senza l’incubo di un nuovo agguato. Mi rivolgo anche alle istituzioni cittadine, al sindaco Luigi De Magistris, che non è venuto a trovarmi, quasi come se fossi un soggetto da evitare: due anni fa, si parlò del rione Traiano dopo la morte di un 17enne per mano di un carabiniere si disse che bisognava creare le condizioni di una nuova vita in questa zona. E invece non è cambiato granché. Anzi. Questa storia delle stese è diventata una persecuzione per noi ragazzi normali, mi riferisco a quelli che non spacciano, non ammazzano, che studiano o lavorano e che alla fine di un anno sperano solo di poter vivere una vacanza serena, lontana dalle guerre di camorra, ma anche dalle corsie di un ospedale”.