Torre del Greco, uccise l’amico del cuore per gioco: il 16enne chiede la messa in prova

Uccise l’amico con un colpo di una pistola presa per gioco e credendo che fosse scarica. Ora dopo un anno di carcere minorile ha chiesto ai giudici del Tribunale Minorile, che lo stanno processando, di essere messo in prova ai servizi sociali. Il ragazzo di Torre del Greco che ora ha 16 anni si è pentito e in carcere sta  seguendo un percorso vero di recupero. Ieri ha raccontato in aula quella tragedia avvenuta nell’agosto dello scorso anno in uno stabile di vico Bufale, stradina a ridosso del centro storico cittadino. Fu li che mori per un assurdo gioco il 19enne Pietro Spineto. Era la sera dell’8 agosto 2015,  i due ragazzi trovarono all’interno della palazzina dove erano andati per dare da mangiare ad alcuni cani, un calzino contenente una pistola semiautomatica. Convinti che l’arma fosse scarica, iniziarono a usarla a turno: fu prima Pietro Spineto come  ha raccontato il  minore a usare l’arma, sparando tre volte a vuoto, prima che la pistola passasse nelle mani dell’amico del cuore, all’epoca dei fatti 15enne. Fu proprio il ragazzo a fare partire, in maniera involontaria, il colpo che ferì a morte Spineto. Il 16enne è sotto processo per omicidio colposo. Gli inqurenti accertarono che quella pistola era del padre che ora è in carcere per ricettazione e porto abusivo di arma da fuoco. L’uomo l’aveva fatta sparire pochi minuti dopo la tragedia quando, dopo essere stato avvisato dal figlio dell’assurda morte di Spineto,era andato nello stabile di vico Bufale per prelevare la pistola e occultarla negli spazi antistanti una scuola di via del Clero. Quell’arma sarebbe in passato appartenuta alla nonna del giovane, considerata vicina ai clan della zona di Torre del Greco, per poi passare all’uomo all’indomani della scomparsa dell’anziana. Ora la richiesta di messa in prova per il 16 enne sarà decisa nell prossima udienza a fine ottobre.

(nella foto il luogo dove avvenne la tragedia e nel riquadro la vittima Pietro Spineto)


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