Agguato alla Sanità: è caccia allo specchietista che ha informato i killer

C’è un altro esponete della famiglia Sequino che è sfuggito all’agguato di sabato sera in cui è rimasto gravemente ferito Giovanni Sequino detto “Gianni Gianni” nipote del boss Nicola. Era in compagnia del parente e si è dileguato subito dopo la sparatoria mentre una terza persona ha caricato il ferito su una moto e l’ha trasportato al vecchio Pellegrini. Chi ha sparato aveva un compito ben preciso che è fallito per mancanza di lucidità e scarsa mira o è probabile che sia il ferito sia chi si trovava con lui ha sentito il rombo della moto e ha capito che potesse capitare qualcosa cercando di mettersi al riparo e schivando le pallottole. Giovanni Sequino era fermo a parlare con alcuni amici tra via Arena Sanità e vico Lammatari. E’ molto probabile che ci sia stato qualcuno, il solito “specchiettista” che ha avvertito il commando dei sicari di poter entrare in azione. Qualcuno che si trovava nei pressi. E ora è caccia a chi ha portato la battuta. Gli investigatori contano di individuarlo attraverso le telecamere di videosorveglianza comunali che sono state recentemente installate. Sperando di fare prima degli uomini del clan che hanno occhi e orecchie dappertutto. Gli investigatori sono convinti che la missione di morte sia opera dei Vastarella per vendicarsi dell’agguato del 31 agosto scorso in cui fu ucciso Vittorio Vastarello nipote del ras Patrizio. Il clan di recente avrebbe organizzato una sorta di riunione plenaria per decidere come fronteggiare l’attacco del gruppo Sequino-Savarese. In questo momento ci sarebbe una sorta di divisione la zona Nord della Sanità sarebbe sotto il controllo dei Vastarella, quella Sud degli avversari. Gli investigatori attraverso le telecamere vogliono capire anche il percorso dei killer (è confermato che uno indossava la parrucca di colore rosso). C’è la convinzione che fossero nascosti non lontani. In una delle tante case lasciate libere dalle famiglie cacciate dal rione proprio dal clan Vastarella e ora utilizzate come basi operative. Una cosa del genere l’aveva raccontata anche Antonella De Musis, la nuova compagna pentita del boss Carlo Lo Russo collaboratore di giustizia anch’egli quando ha spiegato agli investigatori come aveva ospitato i killer del boss Pietro Esposito. Gli investigatori stanno anche cercando di capire se il vero obiettivo dell’agguato fosse Giovanni Sequino che è incensurato oppure l’altra persona della famiglia che è riuscita a scappare. Intanto il giovane dopo essere uscito dalla prognosi riservata è stato interrogato dagli uomini della squadra mobile di Napoli a cui naturalmente ha detto di non aver visto niente e aver sentito solo il dolore dei colpi che lo avevano centrato.


Articolo precedenteNapoli, pistola nascosta nella cyclette: arrestata 26enne ai Quartieri Spagnoli
Articolo successivoMuore in un incidente a Roma il napoletano Luca Mancini