Domani, martedì 25 ottobre in prima serata su Italia 1, a ‘Le Iene Show’ si racconta la triste storia di di Antonio Di Tota ferito in un agguato di camorra a Miano lo scorso anno e per essendo estraneo alla criminalità organizzata è stato etichettato come camorrista e da allora ha perso il lavoro. E’ l’inviato Giulio Golia si arriva a Napoli, nel quartiere di Miano, per incontrare Antonio Di Tota, l’ uomo di 45 anni che circa un anno fa è stato ferito per strada durante una sparatoria tra clan. Antonio spiega come, nei giorni successivi al conflitto a fuoco, nonostante la sua fedina penale fosse pulita, i media associarono il suo nome alla camorra, definendolo ‘pregiudicato’ con ‘precedenti per associazione a delinquere’. Tale errore ha trascinato l’uomo in una situazione molto difficile. Antonio racconta, infatti, di non essere stato creduto inizialmente neanche dalle forze dell’ordine e di essere ancora oggi disoccupato a causa del suo onore infangato e della perdita dell’uso del braccio provocata dall’attraversamento dei proiettili. Dopo aver raccolto la testimonianza di Antonio Di Tota, la Iene raggiunge le redazioni giornalistiche che all’epoca del fatto lo etichettarono come un affiliato alla camorra.L’agguato si verificò la sera del 22 novembre scorso in via Lazio a Miano dove furono colpiti un ventitrenne, Umberto Russo, precedenti per droga,e il 45enne, Antonio Di Tota. Quest’ultimo, padre di tre figlie, si trovoò casualmente nella traiettoria dei proiettili e fece involontariamente da scudo a Russo, vero bersaglio dei colpi, nel momento in cui i killer fecero fuoco. Russo rimase ferito in maniera lieve. Di Tota invece, in seguito alle ferite, e anche all’erroneo coinvolgimento nell’ episodio criminale, non ha più potuto lavorare.