Camorra, la confessione in carcere del baby killer:”…Sì, sì, ho sparato a Mario”

“Lui mi disse: ti svito la testa…. Poi arrivai e sparai…Sì, sì, ho sparato a Mario”. Ecco le tre frasi, registrate da una microspia nell’istituto di pena minorile di Caltanissetta, che reggono l’accusa di omicidio nei confronti di Francesco V., 17enne pericoloso baby killer dei Quartieri con amicizie tra i Giuliano-Sibillo. Per l’omicidio di Mario Mazzanti il giovane ras delle “Chianche” ucciso il 3 maggio 2015 in vico Lungo San Matteo è indagato a piede libero. Dal carcere mandava “pizzini” ai “fratelli” che stavano fuori, quelli del clan Sibillo perchè come scriveva voleva prendersi i Quartieri Spagnoli. Scriveva: “Li dobbiamo uccidere appena esco…Non hanno capito che ci pigliamo i Quartieri per sport, perché siamo troppo superiori a loro che non possono neanche pensare, appena vengono un’altra volta, abboffateli di botte questi… noi siamo nati per vincere”. Come riporta Il Roma scrive il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare nel ricostruire il colloquio tra Francesco V. e i tre congiunti. F.: “Io andai avanti (e incrocia le mani come per indicare che sotto aveva la pistola), lui mi disse io ti svito la testa (frase accompagnata dalla gestualità), poi l’avvicinai e sparai… Francesco racconta, mima e labializza quanto segue: no togli la pistola, togli la pistola, non farlo salire e loro stavano con i motorini….Poi io corsi e sparai, il proiettile entrò dalla scapola e uscì dal cuore (Francesco con la mano destra si tocca la scapola sinistra passando il suo braccio estro sotto a quello sinistro per arrivare a toccarsi dietro alla scapola e poi tocca due volte il cuore). Poi Giovanni se n’è andato e l’ho visto traballare”.

Ma nonostante queste pesantissime accusa è in carcere per un cumulo di pena nonostante sia stato condannato in primo grado a dieci anni di carcere per aver ferito per errore il 26 gennaio 2014 Graziano Urzini, vittima di un agguato diretto a Mattia Campanile, ritenuto dal clan Giuliano- Sibillo l’accoltellatore di Alessio Vigorito, vicino alla malavita di Forcella. Ma potrebbe tornare presto in libertà perchè il gip Draetta del Tribunale minorile ha accolto l’istanza sollevata dai penalisti Domenico Dello Iacono e Roberto Saccomanno, a proposito di quanto avvenuto in sede di fissazione dell’interrogatorio di garanzia. La scorsa settimana  è stata infatti eccepita un’omessa notifica ai genitori, che – come previsto dal codice – devono essere convocati dinanzi al giudice in quanto titolari della patria potestà. Di fronte all’istanza difensiva, il gip di Catania (interrogatorio si era svolto per rogatoria) prende tempo e aggiorna l’udienza di qualche giorno, andando ben oltre il limite previsto dei cinque giorni. Francesco V. – è il ragionamento fatto dal gip – è ancora detenuto per altro, quindi per lui il limite per sostenere un interrogatorio di garanzia si dilata di dieci giorni. Versione respinta dalla difesa che ha dal canto suo ricordato che il minorenne in questo caso era detenuto non per altra misura cautelare, ma per un cumulo di pene definitive. E quindi appunto tra qualche mese, visto che per lui al momento non ci sono sentenze definitive potrebbe tornare in libertà.

(nel riquadro la vittima mario mazzanti)


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