Crac Deiulemar, i difensori dei Della Gatta chiedono di annullare le condanne: “Violato il diritto di difesa”

Fallimento Deiulemar: i legali dei fratelli Della Gatta hanno chiesto ai giudici della Corte d’Appello di Roma di annullare la sentenza di primo grado. Il motivo? A Pasquale e Angelo Della Gatta – attualmente detenuti per aver tentato di riciclare i soldi del fallimento in una nuova impresa – sarebbe stato impedito di partecipare al dibattimento, visto che all’epoca del processo di primo grado avevano l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Secondo gli avvocati Stile e Sepe, i due fratelli, vista l’assenza, non avrebbero potuto avere l’opportunità di fornire le prove della propria innocenza. Il colpo di scena, all’apertura del processo d’Appello, che si è tenuto ieri mattina al Tribunale di Roma, processo al quale hanno partecipato numerosi investitori frodati che si sono organizzati con pullman per assistere all’udienza. In primo grado Pasquale e Angelo Della Gatta avevano avuto la condanna più dura, 17 anni e due mesi di reclusione. I giudici hanno recepito la richiesta e si sono riservati, scioglieranno la riserva alla prossima udienza prevista per il 23 novembre prossimo. Quella degli avvocati Stile e Sepe è stata la richiesta più eclatante dell’udienza, fatta tra i mugugni degli investitori. Momenti di tensione anche quando il presidente della Corte d’Appello ha chiesto di trovare i faldoni delle intercettazioni che sembravano spariti, un problema risolto grazie all’intervento di uno degli avvocati dei creditori, Monica Cirillo, che ha fatto presente di aver fatto richiesta di copie in segreteria e dunque, il Tribunale ha le trascrizioni.

Alla sbarra vi sono sei armatori accusati del crac milionario che ha gettato sul lastrico centinaia di famiglie. Queste le condanne di primo grado: Pasquale, Angelo e Micaela Della Gatta, i primi due condannati a 17 anni e due mesi, la terza a a nove anni e dieci; la consorte e la figlia dell’ex amministratore unico Michele Iuliano, Maria Luigia Lembo e Giovanna Iuliano, in primo grado condannate rispettivamente a nove anni e due mesi e dieci anni e due mesi; il fondatore del gruppo ancora in vita, Giuseppe Lembo (15 anni e otto mesi in primo grado). Già ha scontato la sua condanna definitiva, ottenuta con patteggiamento, Leonardo Lembo: quattro anni e mezzo per lui.

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