Da Scampia cocaina, amnesya e cantanti neomelodici per gli “amici” di Taranto: 18 arresti

I carabinieri hanno arrestato 18 persone tra Taranto, Bari e Napoli con l’accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Smantellati tre gruppi criminali che facevano base al quartiere Paolo VI di Taranto. La droga era fornita da persone ritenute vicine al clan Abete del quartiere Scampia di Napoli e al clan Parisi del quartiere Japigia di Bari.

Sono in tutto 35 gli indagati coinvolti nell’inchiesta “Pontefice” che prende il nome dal quartiere popolare Paolo VI di Taranto. Diciotto gli arrestati (10 in carcere e 8 ai domiciliari) su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Lecce. Agli arresti domiciliari anche due donne, Assunta Esposito, ritenuta una dei fornitori di droga da Scampia e Maria Resta, per gli investigatori, la cassiera del gruppo.

In uno dei quartieri simbolo dello spaccio, secondo l’antinafia gli affari erano gestiti da Leonardo Ciaccia e dal suo braccio destro Nicola Fago. La base del gruppo era un circolo ricreativo dove i giovanissimi, provenienti anche dal Brindisino e dalla Basilicata, andavano a comprare cocaina e marijuana. Il gruppo poteva contare su una organizzazione di tipo aziendale: corrieri, staffette, custodi e cassieri, ognuno con un compito preciso.

“Erano camaleontici e molto prudenti” spiegano gli investigatori. “Oltre al tipico gergo criptico al telefono, per i viaggi tra Puglia e Campania utilizzavano auto modificate con dei vani per portare droga e soldi. Periodicamente facevano bonificare le auto per eliminare microspie e controllavano il territorio con grande precisione attraverso l’uso di staffette che informavano della presenza dei carabinieri nel quartiere”. Dopo l’arresto di uno dei corrieri, preso al volante di un’auto con a bordo 2 chili di cocaina, il gruppo cambia strategia e prova ad utilizzare auto a noleggio.

In manette Franco Caianiello e Assunta Esposito (detta Susy) ritenuti vicini al clan Abete di Scampia. Con loro il sodalizio Tarantino non si limitava a fare affari ma intratteneva anche rapporti di amicizia. I napoletani venivano in vacanza a Taranto e quando invitati alla prima comunione del figlio di uno degli indagati, si presentano con un dono importante: un cantante neomelodico per allietare la festa.

Rapporti tuttavia non sempre idilliaci. Si decide uno scambio: i tarantini offrono 4 chili di eroina in cambio di un chilo di coca ma tirano il “pacco”, perché l’eroina è di pessima qualità, tanto che i napoletani chiedono il rimborso di due chili di sostanza rimasti invenduti. La coca veniva comprata a circa 45mila euro al chilo, più mille euro per le consegne fino a Taranto. Il patto prevedeva il pagamento anche nel caso in cui il carico fosse intercettato dagli investigatori. Il terzo gruppo criminale, nato da una scissione e capeggiato da Ciro Boccasini, invece, si riforniva di droga dal quartiere Japigia di Bari.

 Lo stupefacente veniva immesso sulla piazza del rione tarantino Paolo VI, da cui si fornivano numerosi consumatori provenienti dall’intera provincia, dal Brindisino e dalla Basilicata. Il denaro ricavato veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti, oltre che per la remunerazione delle figure minori, quali custodi, corrieri, staffette e spacciatori al dettaglio, questi ultimi retribuiti con 50 euro al giorno.

Il primo gruppo sarebbe stato diretto ed organizzato da Leonardo Ciaccia, 42enne sorvegliato speciale, con precedenti per associazione mafiosa, omicidio, stupefacenti e armi; Nicola Fago, detto Nico, 40enne, e dall’incensurato Ciro Boccasini, 53enne. La droga veniva acquistata a Scampia da Franco Caianiello, 36enne, e Assunta Edma Esposito, detta Susy, 40enne, ritenuti dagli inquirenti contigui al clan camorristico Abete. Nell’ambito di questo sodalizio, Angelo Fago, 36enne fratello di Nico, è accusato di essere responsabile dell’attività di spaccio sulla piazza tarantina, con base logistica in un circolo ricreativo da lui gestito insieme al fratello in via XXV aprile. Un secondo gruppo si sarebbe formato dopo la scoperta di ammanchi di droga e denaro. Ciro Boccasini avrebbe realizzato la scissione associandosi al pregiudicato Pasquale De Leonardo, detto Lello, 43enne, con precedenti per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ed associazione mafiosa. Il terzo gruppo dedito allo spaccio di cocaina è capeggiato dallo stesso Pasquale De Leonardo, e dal suocero Cosimo Resta, 60enne; a Massimiliano Cocciolo, 41enne e allo stesso Boccasini. La droga veniva acquistata dal quartiere Japigia di Bari, roccaforte storica del clan Parisi-Palermiti, tramite Domenico Milella, detto Mimmo, di 36 anni.


Articolo precedenteLitiga col fratello e gli spara tre colpi col fucile: arrestato
Articolo successivoPozzuoli, parlano i pentiti: ecco chi sono i killer di Gennaro De Simone