Traffico di droga sull’asse Spagna-Marano, pesanti condanne in appello per big e gregari del clan Polverino. Ventisette i condannati, tra cui il padrino Giuseppe Polverino, alias o Barone. In molti avevano chiesto e ottenuto, attraverso i propri legali, il riconoscimento della continuazione del reato con una precedente sentenza. Altri invece avevano rinunciato ai motivi d’appello, ma la mossa – tesa ad ottenere sconti di pena – non ha sortito gli effetti sperati dal collegio difensivo. Mano pesante della Corte d’Appello, come riporta Il Mattino, per il capoclan Giuseppe Polverino, che ha rimediato – in continuazione con una precedente sentenza – una condanna complessiva a 24 anni e 8 mesi. Confermata la condanna a 9 anni e 4 mesi per Alessandro Brunitta, uno degli ultimi affiliati al clan del «Barone» ad essere assicurato alla giustizia. L’ex dipendente dell’Aeronautica Militare, cognato di Giuseppe Simioli, l’ultima primula rossa della fazione criminale egemone a Marano, Quarto e in altri comuni del comprensorio flegreo-giuglianese, fu catturato nel maggio scorso in un’abitazione di Lusciano, la sua città d’origine. Condannati anche due collaboratori di giustizia: Biagio Di Lanno (9 anni e 8 mesi) e Roberto Perrone (6 anni), referente numero uno di Polverino in quel di Quarto. Pesanti condanne anche per altri affiliati di punta, pusher o gregari: 24 anni per Sabatino Cerullo, alias Ciccio Pertuso, 22 anni per Raffaele D’Alterio, meglio noto come Lelluccio a Signurina, 21 anni per Stefano Verde, 14 anni e sei mesi per Luigi Carandente Tartaglia, 13 anni per Biagio Cante, 10 anni e 8 mesi per Giorgio Polverino, 11 anni per Guglielmo Cirillo, 16 anni per Francesco Marino, 17 anni per Andrea Gagliardi, 10 anni per Strato Preziuso, 9 anni e 8 mesi per Antonio Granata e 11 anni e 4 mesi per Giuseppe Di Maro. Condannato anche un ex vicesindaco del Comune di Marano: Luigi Simeoli, imparentato con gli imprenditori edili (Antonio, Luigi e Benedetto Simeoli) condannati qualche settimana fa poiché ritenuti organici al clan del «Barone». Per Simeoli, amministratore comunale alla fine degli anni Ottanta, la pena comminata dai giudici napoletani è di 10 anni e 8 mesi. Pene più lievi invece per altri imputati: 5 anni per Marco D’Affronto, 5 anni per Giuseppe Ruggiero, alias Geppino ceppa e fung, 8 anni per Gaetano Tufo, 5 anni e 8 mesi per Sergio Scaccia, sei anni per Raffaele Setale. I difensori di alcuni condannati, tra cui Giuseppe Polverino, hanno preannunciato ricorso in Cassazione. Le motivazioni della sentenza pronunciata l’altra sera saranno rese note entro novanta giorni.