Era uno spietato killer e non esitava ad estrarre la pistola e a fare fuoco fin da quando aveva poco più di 15 anni il giovane killer F.V. dei Quartieri Spagnoli a cui ieri è stato notificato nel carcere minorile di Catania una seconda ordinanza di custodia cautelare perché ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio del giovane ras Mario Mazzanti dell’omomima famiglia delle “Chianche” ai Quartieri Spagnoli. Come racconta Il Roma il primo episodio di sangue, attribuito a F.V., chiarito da investigatori e inquirenti è datato 26 gennaio 2014. Quando l’allora 15enne ferì per errore Graziano Urzini, vittima di un agguato diretto a Mattia Campanile, ritenuto dal clan Giuliano- Sibillo l’accoltellatore di Alessio Vigorito, vicino alla malavita di Forcella. La sparatoria avvenne in piazzetta Volturno e le indagini della polizia portarono al minorenne dei Quartieri Spagnoli, poi condannato in primo grado a 10 anni di reclusione e per questo motivo già detenuto a Catania. Poi l’omicidio di Mario Mazzanti avvenuto il 3 maggio 2015 in vico Lungo San Matteo. Alla base della sparatoria c’erano i contrasti tra il giovane ras e il minorenne, che voleva uno spazio autonomo nei vicoli a ridosso di via Toledo. La causa che determinò il desiderio di vendetta del 16enne traeva origine da una rissa verificatasi qualche sera prima del tre maggio in piazza Bellini. Proprio a causa di quella scazzottata tra ragazzini il 16enne subì una sorta di lavata di testa da parte di Mazzanti (il quale aveva 29 anni e un certo carisma da spendere specie tra i vicoli dei Quartieri spagnoli): “Fai poco il fesso – gli avrebbe detto – lascia stare quei ragazzi che non ti hanno fatto niente”, girando le spalle per tornare a casa. Ma F.V. la prese male, al punto da armarsi e fare fuoco contro il giovane uccidendolo e ferendo il suo amico Giovanni De Crezio.