Nocera Inferiore. In principio fu la gambizzazione di Marco Iannone, nel popoloso quartiere di Piedimonte. E il pregiudicato è stato fermato ieri dalla Polizia. Erano i primi giorni di settembre quando si cominciò a sparare nel Far west nocerino, dove ci si contende il mercato dello spaccio a colpi di stesa e ferimenti. Poi, gli spari sempre a Piedimonte, in via Piccolomini D’Aragona, nove colpi di pistola contro un portone dove vive un parente di Iannone. Forse il cugino 28enne Mario Sarno, arrestato la settimana scorsa con una pistola 7,65. In quei giorni, era il 5 settembre girava armato al Corso Vittorio Emanuele, Ciro Rosario Terracciano, 24 anni, ritenuto vicino al clan Mazzarella di Napoli che agisce tra San Giovanni a Teduccio e Forcella. Nella cintola dei pantaloni aveva una una pistola di fabbricazione polacca calibro 9 corto con matricola abrasa, completa di un caricatore con 6 cartucce cal. 9mm, con il colpo in canna. Il giovane napoletano, finito a Fuorni, era uno dei rivali di Iannone, secondo gli inquirenti, alleato con quel Michele Cuomo – pregiudicato per reati di droga – che si starebbe contendendo con il gambizzato di Piedimonte, la piazza di spaccio. Alleanze napoletane che fino ad ora hanno aperto solo uno scenario più ampio della guerra intestina tra piccoli gruppi criminali. La mappa è definita. L’un contro l’altro armati. Iannone – sempre da quanto emerge dall’inchiesta della Dda di Salerno, ma anche di quella analoga del sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti della Procura di Nocera Inferiore – dopo il ferimento si rese irreperibile, ritornando qualche giorni dopo, passata la paura fu interrogato dagli inquirenti. Indiziato di aver attentato alla vita dei fratelli De Napoli (uno di questi, Antonio incastrato alla fine di settembre per la violazione della sorveglianza e messo in condizioni di non nuocere dagli inquirenti), personaggi vicini a Cuomo, il rivale. Furono gli obiettivi mancati, i fratelli De Napoli. Come obiettivo mancato e pronto all’offensiva era Terracciano, il napoletano. Ma Iannone, ritornato a Nocera dopo la breve fuga, non ha mediato una pax con i rivali. Anzi. E dunque, passato un mese. A Nocera si sono uditi ancora colpi di pistola tuonare all’impazzata. La vendetta non è un piatto che si consuma freddo, per questi aspiranti boss, stile Gomorra. E dunque, il rincorrersi per strada con auto e moto per fare il ‘morto’ e mettere fine alla guerra.
Il 23 ottobre si torna a sparare, con più audacia di prima. Una Lancia Y grigia viene crivellata di proiettili, in via Amendola. In quella strada vengono scoperti due giorni dopo quattro colpi di proiettile a ridosso di un muro di una casa popolare. Tutto avviene nei pressi della palestra Penta World dove ci sono molti testimoni, uno di questi vede tutto, le telecamere lo testimoniano. Ma non parla. Mente. E finisce nel registro degli indagati. Quella palestra, forse, è frequentata dai fedelissimi di Cuomo. Quella strada e quel punto di ritrovo è la striscia di ‘Gaza’ che la fazione di Iannone tenta di attraversare per entrare nel territorio nemico. E si spara inseguendosi con un Tmax e un’auto. Poi finiscono in cella altri due pistoleri: Mario Sarno, cugino di Iannone fermato con una calibro 7,65, matricola abrasa, in via Atzori e Diego Landino, 39enne trovato in possesso di una pistola giocattolo modificata, l’uomo era presso il circolo di via Gambardella gestito da Cuomo. Pistoleri di opposte fazioni. (ros.fed.)