Stanno preparando la contromossa i difensori dei cinque minorenni del branco di San Valentino Torio che violentarono in gruppo una 14 enne di Sarno. La strada giudiziaria più ragionevole per loro potrebbe essere quella di chiedere il giudizio abbreviato e provare la ‘carta’ della ‘messa alla prova’ per evitare una condanna esemplare. La richiesta di giudizio immediato fissato dalla Procura per i Minori di Salerno per il prossimo 15 novembre è una data troppo vicina e quindi bisogna fare in fretta.Ci sarà comunque un macigno a pesare sulle vite di quei cinque ragazzi. Quel macigno è rappresentato dalla denuncia di una ragazzina di Sarno che il 26 giugno scorso è stata prigioniera per un’ora in un garage e che, oggi, cerca di tornare a una vita normale. Rapporti sessuali completi e forzati, rapporti orali, ma anche l’aberrazione dei morsi sulle braccia. Tutto questo, la 14enne lo ha raccontato nel corso dell’incidente probatorio tenuto alla presenza di giudici e psicologici. Dall’altra parte del vetro, i cinque ragazzi che, a turno, violentarono una ragazzina che “per loro e solo per loro” era di facili costumi. Poi, quasi a ravvedimento, i cinque hanno chiesto perdono. Uno di loro, il 16enne ai domiciliari, ad agosto aveva scritto un’accorata lettera alla ragazzina chiedendole scusa e offrendosi di risarcirla economicamente. Quella lettera è agli atti del processo. Ma il ravvedimento, le scuse e il perdono, varranno solo giudiziariamente. Moralmente c’è tutto il peso di una vicenda sconcertante. Ancora più sconcertante se si pensa che, nei giorni successivi, gran parte di una gioventù “bruciata” di San Valentino, si schierò con quel “branco”.
Rosaria Federico
