Il boss pentito Ferraiuolo: “Ecco come raggiungemmo l’accordo con i Mazzarella per la gestione della Maddalena”

Cinquantaquattro pagine per descrivere la camorra del centro storico, quella che impone il pizzo anche agli ambulanti dei mercatini e che controlla l’affare milionario delle griffe false in modo particolare Hogan e Converse alla Maddalena, ma anche i vecchi e nuovi equilibri di camorra delle cosche attraversate dalle guerre di camorra scatenate negli anni scorsi dalle giovani leve della decimata Paranza dei Bimbi dei Sibillo, e poi dai pentimenti di personaggi del calibro di Maurizio Ferraiuolo, ex boss di Forcella, e Framcesco Mazzarella. Sono loro insieme con altri quattro collaboratori di giustizia (Salvatore Russomagno, Raffaele Sollo, Errico Autiero e Francesco Giannino) i principali accusatori del clan mazzarella e della famiglia di Francesco Rinaldi ‘ o pacià, il  boss alleato di San Giovanni a Teduccio. C’è tutto questo nell’ordinanza firmata dal gip  Claudia Picciotti. Sono complessivamente 11 gli indagati di questa inchiesta che hanno portato al’emissione di 9 ordinanze di custodia cautelare, di cui sette in carcere e due ai domiciliari, mentre altri due  restano indagati a piede libero, In cella sono finiti Francesco Rinaldi, 26 anni, figlio di Francesco, detto “o’ pacià”, Giovanni Nunziata, di 22 anni; Alessandro Cecere, 23 anni; Salvatore Ramaglia, 38 anni; Luisa Ottaviano, 48 anni e Stefania Lauro, di 44 anni, inveve per Ciro Caforio, 47 anni (già detenuto) e Fortunato Gargiulo, 31 anni, sono stati disposti i domiciliari. Indagati infine  Antonietta Cecere di 25 anni e Ciro Fanzini di 46 anni, entrambi parenti dei Rinaldi. Il controllo dei traffici illeciti della cosca dei Mazzarella e quindi anche dei mercato della Maddalena come viene descritto nell’ordinanza era nelle mani di Fabio D’ Amico, che tornato in libertà nel 2010 aveva ricevuto “l’investitura” di capo della cosca dei Mazzarella, all’epoca tutti in carcere, direttamente dal suocero, il capostipite Vincenzo Mazzarella.Ma con l’uscita dal carcere di Luciano Mazzarella nel 2013 viene affiancato da quest’ultimo che poi a sua volta affida la gestione del mercato a Francesco Rinaldi ‘o pacià che lo affida a sua volta al figlio Francesco junior. D’Amico e Luciano Mazzarella decidono di stringere un accordo con l’allora potente boss di Forcella Maurizio Ferraiuolo (oggi pentito e loro maggiore accusatore)  il quale per sua ammissione, non modifica gli equilibri criminale di quella zona lasciando a Francesco Rinaldi ‘o pacià  il compito di gestire il ritiro delle tangenti, non mancando però di esercitare un fermo controllo sul suo operato, in particolare attraverso Luisa Ottaviano e  Stefania lauro. L’accordo prevedeva che il gruppo del Ferraiuolo avesse una quota dei proventi derivanti dalle estorsioni nel mercato della Maddalena, offrendo in cambio l’impegno di versare una quota dei proventi alla famiglia di Vincenzo Mazzarella e di occuparsi dell’assistenza economica dei detenuti affiliati alla cosca. In uno dei suoi primi verbali da pentito Maurizio Ferraiulo spiega i termini dell’accordo:

“Fino al momento del mio ultimo arresto ero un capo anche per la famiglia Mazzarella e quindi nella zona della Maddalena avevo confermato Francesco  Rinaldi per il ritiro delle estorsioni; solo per due mesi avevo delegato Sarnelli e  Antonio Mauriello… La famiglia di Mazzarella Vincenzo (con il figlio Michele) gestiscono la zona di Forcella ed hanno il controllo della Maddalena, soprattutto dopo il mio arresto. Le zone limitrofe come San Gaetano e via Duomo, San Biagio dei Librai e Porta Anticaglia, San Giovanni a Carbonara. Carriera Grande, Porta Capuana e zona della Ferrovia sono sempre controllate da Mazzarella Vincenzo. …Nella zona di San Giovanni i referenti di Mazzarella erano Franco, Roberto e  Ciro Figaro con un certo Clemente. Con Franco, libero, ci mandavano delle “imbasciate-” tramite un mio zio Vollero Salvatore detto torocchiello che lo aveva cresciuto. Ciò  avvenne dopo la morte di Andrea Ottaviano ucciso da Luciano Mazzarella e da Lucianiello…

…Dopo la mia uscita dal carcere nel luglio 200, Oreste Fido e Andrea Ottaviano, deceduto, mi  offrirono dei soldi sotto indicazione di Del Prete Alessandro per convincermi a co11vivere con i Mazzarella nella zona di Piazza Mercato e di Forcella. In quel periodo Ottaviano Andrea controllava anche San Giovanni. I soldi li rifiutai anche se li tratteneva Enzo Garofalo, condannato con me all’ergastolo. Su richiesta della moglie di Vincenzo Mazzarella incontrai Oreste Fido  tramite Alessandro Del Prete con i due figli (Salvatore e l’altro di cognome Sollo e di nome Raffaele, responsabile a Forcella in quel momento in assenza del fratello  Giuseppe Del Prete insieme a Fabio D’Amico). Con D’Amico Fabio, genero di Vincenzo Mazzarella, ebbi subito un chiarimento per affermare che la zona della Maddalena rimaneva ai Ferraiuolo, in quell’occasione chiesi spiegazioni del perché sua moglie Lucia si era portata sotto l ‘abitazione di Romaniello Antonietta, dove abito anch’io con la mia famiglia, per accoltellarla. Sentitosi alle strette anche per la presenza dei Garofalo, cognato della donna, il D ‘Amico cercò di minimizzare dicendo che la moglie non era in se e che comunque per il futuro questo .fatto non doveva condizionare i nostri rapporti. Il D’Amico mi propose una quota del ricavo della contraffazione delle Hogan vendute nella zona della Maddalena di ogni attività illecita ivi avveniva. Siccome il D ‘Amico mi rappresentò che a causa delle molte detenzioni in carcere di sopportare di parte del clan, non potevano lasciar a me il controllo della Maddalena, mi convinsi ad incontrare Oreste Fido prima e poi anche Andrea Ottaviano. Ci incontrammo presso l’abitazione di  Giuseppe Del Prete ed in merito ricordo che fummo fermati dalle Forze dell’ordine. Dopo qualche settimana incontrai  Oreste Fido in compagnia di Gennaro o Rosario Uccello o Occiello in una pizzeria in Piazza San Nazzaro. Io ero con Garofalo e c ‘erano altre persone di scorta: Amirante Salvatore, Denni Dell’Aquila Lobascio,  Marotta Salvatore e Salvatore Morfeo o ‘russ. Nell’occasione Oreste Fido mi disse che il giorno di san Gennaro di quell ‘anno la moglie di Vincenzo Mazzarella e Fabio D’Amico gli avevano consegnato le chiavi i Napoli. intendendo che tutte le attività illecite dei Mazzarella, compresi gli interessi a San Giovanni e Fuorigrotta li avrebbe curati lui avendo base a Porta Nolana. Oreste Fido, padre di Salvatore Fido, mi disse che io avrei potuto continuare a .are le mie cose ma sempre previo benestare dei Mazzarella ma non creando un nuovo gruppo intorno a me. Loro mi avrebbero inoltre corrisposto la quota mensile dei proventi della Maddalena come ho detto sopra. Dopo poco uscì  di carcere Ciro Figaro il quale chiese di incontrarsi con me Non volli incontrare Ciro Figaro, che sapevo esser un killer tantomeno con Andrea Ottaviano, il quale, poichè cugino di Michele Mazzarella poteva ben venire da solo presso la mia abitazione per parlare delle problematiche dei Mazzarella…”.

(nella foto il boss Maurizio Ferraiuolo al momento dell’arresto)


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