Il figlio del boss gli chiede il pizzo, e lo chef stellato lo denuncia e lo fa bloccare dai carabinieri

“A volte è difficile restare qui, anche se amo questa terra. Continuano a bussare alla mia porta.” Quando finirà questa storia .. con questo post sulla sua pagina facebook l’altra notte lo chef stellato Pietro Parisi, titolare del ristorante “Era Ora” di Palma Campania ha voluto fare sapere praticamnete in diretta come si dice “NO” al pizzo e alla camorra. Ha fatto arrestare senza scomparsi il figlio del boss locale che si era presentato nel suo ristorante mentre stava festeggiando il compleanno della figlia di soli tre anni insieme con la famiglia. Il suo post su facebook a ricevuto centinaia di commenti di solidarietà e sdegno ma intanto la fermezza e la decisione dello chef preferito di Nicolas Sarkozy e della Carla quando era a Parigi, ha scritto l’ennesima pagina del coraggio di chi sa dire no ai soprusi. “Toglietevi dalla testa, anche se avete tremila problemi, che un imprenditore debba darvi dei soldi quando ne fate richiesta, io non ve li darò mai perché vi umilierei. Smettete di seguire il modello Gomorra, perché non porta da nessuna parte e cominciate a seguire le orme dei nostri padri quando il lavoro era il pane quotidiano ed il sudore rendeva uomini veri”, ha spiegato a Il Mattino che lo ha intervistato. Lo chef stellato ha raccontato la sua brutta esperienza. Era da poco passata da poco la mezzanotte del 14 ottobre, Pietro Parisi si trovava nel ristorante insieme alla moglie, alla figlioletta di appena tre anni e al personale che stava rimettendo a posto il locale dopo una giornata di duro lavoro. La bambina aveva appena spento le candeline sulla torta, quando sull’uscio appare un giovane sulla ventina. Il suo complice resta a bordo di un’auto di colore bianco. “Mo’ song uscito dalla galera, ti devo dire una cosa”, dice il malvivente prendendo per un braccio Parisi e tirandolo in disparte. Sono attimi di paura quelli che vivono la moglie e la bambina, spaventati da quella poco rassicurante presenza. «Vengo a nome di… dammi 50 euro», sbotta il giovane con toni minacciosi. “Io non ho paura né di te né di chi ti manda, se vuoi i soldi vai a lavorare oppure vai al diavolo”, risponde a muso Pietro Parisi. Ed è a questo punto che il malvivente guadagna l’uscita non prima di lanciare le sue ultime minacce al coraggioso chef. “Mia moglie e mia figlia erano spaventatissime per cui ho telefonato ai carabinieri che mi hanno immediatamente fornito la loro assistenza”, ha spiegato Parisi che non si è mai piegato ai diktat della malavita. Agli inizi della sua carriera, infatti, di ritorno dalla Francia fu avvicinato da esponenti di un clan che volevano influenzare la sua attività, ma lui si oppose con coraggio denunciando le pressioni subite. Ma minacce e richieste di danaro sono all’ordine del giorno, anzi della notte. “Non è la prima volta che vengono a chiedermi soldi. Io ho porte aperte per chiunque voglia lavorare perché i giovani sono spaventati, ma devono credere, come faccio io, ancora in questa terra da molti considerata nemica, ma che è invece straordinariamente piena di potenzialità”, ha raccontato il cuoco contadino. Nel suo ristorante ha offerto lavoro a ragazzi in difficoltà. “E non esiterei di nuovo a farlo. Lavoro sì, soldi estorti mai”. Parisi ha donato al carcere di Secondigliano i mezzi per permettere ai detenuti di coltivare due ettari di terreno per poi acquistarne i loro prodotti.

 

 


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