Imperiale alla Dda: ” Io e Cerrone non c’entriamo niente con la guerra di camorra, noi fornivamo solo la droga”

“A partire dal 2007 io, Mario Cerrone e i vertici del clan Amato-Pagano avevamo una cassa comune da destinare all’approvvigionamento dello stupefacente il cui ammontare era mediamente nell’ordine di 20/25 milioni di euro. Dopo l’arresto dei vertici la cassa è venuta meno…Io e Mario Cerrone non c’entriamo niente con i fatti di sangue dei clan. Il nostro intendimento era unicamente di rifornirli di cocaina”. Il supernarcos Raffaele Imperiale precisa nel suo memoriale inviato alla Dda di Napoli la scorsa settimana e nel quale spiega anche altre cose. Dimentica però che ci sono alcuni pentiti che lo accusano e sostengono che voleva addirittura noleggiare un elicottero per lanciare una bomba sui Di Lauro durante la prima sanguionsa faida di Scampia: quella contro i primi “Girati”. E dimentica, forse volutamente quando spiega che i due Van Gogh, rubati dal Museo di Amsterdam, e trovati a casa dei suoi genitori a Castellammare di Stabia, che dice di aver pagato cinque milioni di euro in rate da un milione ciascuna e con i soldi dell’organizzazione, ma non dice, “dimenticando” appunto da chi li ha acquistati. Un particolare non di poco conto sul quale sta indagando anche la polizia olandese. Ma scrive al pm “Riconosco le mie responsabilità e intendo adoperarmi per ostacolare attività illecite e sottrarre risorse decisive per la commissione di ulteriori reati”.

E così mentre il ministero per i beni culturali pensa di organizzare nella Reggia di Capodimonte una mostra espositiva seppur per un week end dei due famosi Van Gogh la Procura di Napoli ha diposto la chiusura delle indagini nei confronti dei 14 indaghati (di cui 12 agli arresti) del blitz contro gli “scissionisti” del gennaio scorso. Il fornitore delle droga di mezza europa , Raffaele Imperiale, lelluccio ‘o parente, ha spiegato in un memoriale come i suoi beni individuati e sequestrati dalla guardia di finanza dovranno e potranno essere utilizzati dallo Stato. Continua a vivere la sua latitanza dorata a Dubai e non sa cosa farsene di quei beni:  cinque ville nel Parco Noce, a Giugliano, intestate a una società prestanome e attualmente date in affitto ai militari della Nato. Una montagna, tra via Provinciale Montagna Spaccata e via Campana, a Pianura, “all’interno della quale c’è un casolare antico che è stato ristrutturato e che Mario Cerrone utilizzava come ufficio e deposito materiali”. Sei ville nel Parco Salvatore, sempre a Giugliano, tutte con giardini e piscine, palestre private e rifiniture di lusso.Un complesso immobiliare a Terracina, nel basso Lazio, composto da tredici ville a schiera. Un tesoro da mettere a dispo­sizione delle forze dell’ordine “per la lotta alla criminalitaÌ€ organizzata” compreso le dieci potenti automobili del valore di quarantima euro cia­scuna.


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