La famosa faida di Forcella, quella tra la decapitata “Paranza dei Bimbi” e i Mazzarella non è nata per la gestione dei proventi delle piazze di spaccio ma per altri motivi. Li hanno raccontati i pentiti che hanno consentito agli investigatori di fare luce sulle estorsioni al Mercato della Maddalena e che due settimane fa ha portato all’arresto di nove persone tra boss e gregari. Sono tre in particolare i collaboratori di giustizia che hanno fatto luce sui motivi e sui protagonisti, anche quelli mancati, ovvero quelli che non hanno vluto partecipare alla sanguinosa faida di camorra: Salvatore Russomagno uomo dei Mazzarella dedito alle estosioni nella zona di Poggioreale e nel rione Sant’Alfonso precisaamente al “Connolo”, l’ex boss di Forcella, oggi pentito, Maurizio Ferraiuolo ed Errico Autiero. £cco cosa ha raccontato Russomagno:
“…è scoppiata perché Emanuel Brunetti, già affiliato con i Mazzarella, non avendo diviso gli utili derivanti dai parcheggi con i Mazzarella, si reco’ da Lino a’ caciotta, che è uno spacciatore di Forcella, e si prese euro 5000 e due pistole calibro 9×21 della famiglia Mazzarella. Emanuel Brunetti si affianco’ a Ciro Brunetti, Sasa’ Amirante, Emanuele e Lino Sibilio, che facevano parte in origine del gruppo Stolder-Ferraiuolo. Inoltre questi soggetti hanno stretto un accordo criminale con i Rinaldi di San Giovanni. Infatti Sasa’ Amirante aveva stretto un forte legame in carcere con i Rinaldi, ed in particolare con una persona soprannominata o ‘professore, e durante quel periodo aveva minacciato e picchiato Carmine Del Gaudio per la sua vicinanza ai Mazzarella. In pratica era sorta un ‘alleanza con i Rinaldi perché Sasa’ Amirante e gli altri erano orfani di Maurizio Ferraiuolo. Questa del Brunetti fu quindi, una dichiarazione di guerra. I Sibillo inviarono il padre a Forcella per convocare tutti i gestori delle piazze di spaccio a casa loro. Tra questi vi era anche Linuccio detto cotto e provola. I Mazzarella non gradirono perché gli interessi in gioco sono elevati … omissis…i Del Prete non partecipano alla guerra perché il loro gruppo di fuoco, … omissis … Tre mesi prima dell ‘inizio della mia collaborazione (maggio 2013 ndr) andai con Luciano Barattolo, Massimo Castellano, Salvatore Marino, Gianni Lauro e Pietro Iuliano a casa di Fabio D’Amico al Rione Luzzatti. Quest’ultimo e’ il responsabile della famiglia Mazzarella che decide tutto. Fabio D’Amico mi disse che riceveva delle lettere dal carcere da Vincenzo Mazzarella, suo suocero, detto o’ pazzo, che io stesso ho visto, durante la riunione, e che solo lui era in grado di decifrare. In questa riunione fit stabilito che Massimo Castellano fosse il nuovo referente di Forcella per conto dei Mozzarella…Il Fabio D’Amico ed il Luciano Barattolo ci dissero che avremmo dovuto contrastare con le armi i Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, i Sibillo, il Brunetti e Amirante Salvatore con i fratelli Giuliano, ma non fu possibile perché eravamo attaccati continuamente da questo nuovo gruppo. Fabio D’Amico ci disse anche che c ‘era una nuova alleanza con i Caldarelli e con il gruppo di Piazza Mercato e che dovevamo recarci alla Case Nuove. Qui, io, Luciano Baraltolo. Massimo Castellano, Salvatore A1arino, Gianni Lauro e Pietro Iuliano incontrammo Zio Umberto Caldarelli in compagnia di Cicciotto, dicendo che avevamo un ‘imbasciata di Fabio D’Amico. In casa salirono solo Massimo Castellano e Luciano Barattolo, mentre noi aspettammo in un bar dei Caldarelli. Una volta scesi, il Barattolo disse che i Caldarelli non volevano partecipare alla guerra, sicche’ il problema era solo nostro. I Caldarelli volevano solo guadagnare soldi. I Rinaldi scesero anche alle Case Nuove con Brunetti, onnipresente, e picchiarono un appartenente alla famiglia Caldarelli, un ragazzo di 18- 19 anni…”
Il boss pentito Maurizio Ferraiuolo invece ha dato anche una data di inizio della faida: “…Sasa’ Amiranle era anche una persona che sparava. Il giorno che iniziò la guerra con i Mazzarella stabilii che il giomo 7 gennaio 2011 dovevamo agire. Il mio gruppo di fuoco era composto da Sasa’ Amirante, Vincenzo Amirante, Garofalo Vincenzo, Sibillo Emanuele, Sibillo Lino ed il loro padre, Bucciroso o Boccarossa figlio del macellaio di San Gaetano, Denny Lobascio
Dell’Aquila, Salvatore Morfei o Morfeo detto Sasa’ o russ, Orefìce Salvatore … omissis …”
Significativa la deposizione di Errico Autiero a proposito della faida di camorra di Forcella:
“…Tarascio Gennaro nel 2013-2014 venne a casa mia con Umberto Caldarelli detto zi Umberto. Era presente era anche Genni Catalano. Mi chiesero se volevo aiutare Franco Mazzarella di San Giovanni a Teduccio (fratello di Roberto) e Fabio D’Amico, genero di Vincenzo Mozzarella. ultimi reggenti della famiglia Mazzarella ancora liberi, per colpire il nuovo gruppo che stava ‘assumendo il controllo di Forcella e della della Maddalena e cioe’ Amirante, fratelli Sibillo. i Giuliano e dietro di loro i Rinaldi di San Giovanni a Teduccio. Dissi che la cosa non mi interessava sia perché erano Mazzarella ed io non avevo piu’ niente a che fare con loro, sia perché i ricavi illeciti della Maddalena se li erano sempre intascati solo loro. Dissi che se Franco Mazzarella voleva poteva scendere lui alla Maddalena…”