Napoli, è implosa la “Paranza dei bimbi”, la storia della nuova guerra di camorra tra i Giuliano e i Sibillo

Oramai è chiaro ed evidente che i Sibillo e i Giuliano e i rispettivi clan alleati si sono dichiarati guerra per il controllo delle piazze di spaccio della zona che va da Forcella fino a piazza Mercato. Quello che era il patto federativo tra i Giuliano, i Sibillo, i Brunetti e gli Amarante e che aveva dato vita alla sanguinaria “paranza dei Bimbi” non esiste più. L’allenza insomma è implosa su se stessa. Che cosa è successo da un anno a questa parte per giustificare una rottura dei patti? Semplice: gli arresti e gli omicidi. Stretti nella morsa dei blitz, delle operazioni di polizia giudiziaria, delle indagini che hanno portato al 41 bis molti dei protagonisti della guerra di Forcella, gli eredi dei baby boss – personaggi che comunque in altri tempi avrebbero occupato le terze e quarte linee di una qualunque cosca di camorra – hanno cavalcato il sogno di ricomiciare l’avventura. Spostando il proprio baricentro di interessi criminali verso la zona di piazza Mercato, feudo storico della famiglia Mazzarella, resistente ma non più egemone per le ingerenze subìte dal gruppo dei Rinaldi di San Giovanni a Teduccio.

Le quattro stese in pochi giorni precedute dal mancato agguato contro un ras del clan Sibillo di poche settimane fa e la rissa di piazzetta Calenda a Forcella della scorsa settimana ne sono la conferma. L’obiettivo del raid di ieri era Luca Capuano, ed è una vechia conoscenza di polizia e carabinieri. Il sette febbraio Capuano fu arrestato dalla Polizia di Stato (commissariato Decumani) grazie a un blitz che interruppe un vertice si camorristi nel cuore del centro storico di Napoli. Dieci le persone che finirono in manette grazie all’irruzione degli agenti in un appartemento del quartiere Pendino: oltre a Giuseppe Sollami, Pasquale e Vincenzo Sibillo, Luigi De Crescenzo, Elia Cancello, Massimo Iair ed altri le manette scattarono ai polsi di Luca Capuano. A Novembre scorso invece era stato arrestato insieme a Ciro Contini, 27enne di Capodichino (solo omonimo del boss detenuto Eduardo Contini). La loro detenzione era durata pochissimo: dopo la direttissima Contini ottenne i domiciliari perché l’avvocato aveva chiesto i termini a difesa, mentre Capuano fu addirittura assolto. Per gli investigatori Capuano è uno degli elementi di primo piano dei nuovi Sibillo e che controlla la zona di via Savarese appunto, avamposto della cosca verso piazza Mercato e la linea mare. Secondo gli investigatori quindi  nel mirino ci sono i Sibillo e a fare fuoco sarebbero stati i nuovi Giuliano che si sono scissi dal vecchio clan e che adesso hanno deciso di allearsi con i Rinaldi delle Case Nuove ed hanno strizzato l’occhio ai Prinno di Rua Catalana.

L’escalation criminale di questi ultimi giorni è legato ad un agguato fallito. La vittima sarebbe il reggente del clan Sibillo, un boss che ha deciso di starsene un po’ in disparte, di farsi vedere poco in giro ma di fare affare. Un ras vecchio stile insomma, in grado di farsi rispettare. Ha provato a dettare legge nel territorio che era dei Giuliano e questo ha provocato attriti e tensioni che sono culminati in una rissa due settimane fa. Ma qualcuno, prima di questa rissa, aveva addirittura provato ad ammazzarlo. La pistola si era inceppata e per questo il ras dei Sibillo sarebbe sfuggito alla morte. Ma questo affronto andava lavato con il sangue. Per questo i Sibillo hanno reagito ed hanno provato a farlo in maniera clamorosa mettendo mano alle armi e causando la risposta immediata e altrettanto violenta degli avversari.

Ma prima  degli agguati e dei ferimenti di questi ultimi giorni venerdì scorso c’è stata una clamorosa rissa. Due gruppi di giovani – tra loro molti pregiudicati – si incontrano in piazza Calenda, a Forcella, e iniziano a darsele di santa ragione. La zuffa in breve si trasforma in una rissa. C’è persino chi agita una mazza da baseball, spuntata chissà da dove, e alla fine si conteranno una decina di contusi. Tutto questo non emerge da alcun mattinale di polizia e carabinieri, ma la circostanza è ben nota alle forze dell’ordine.

Il giorno successivo si registra la prima stesa, in via Bartolomeo Chioccarelli: anche di questa non c’è traccia nelle notizie ormai non diffuse da polizia e carabinieri, eppure i segni della sparatoria sono ben visibili lungo il perimetro delle abitazioni prese di mira dagli sparatori. Lunedì scorso, poi, accade un altro misterioso episodio. Nella zona delle Case Nuove quattro energumeni, tutti giovani e a volto scoperto, accerchiano un pregiudicato e lo picchiano selvaggiamente. La vittima si chiama Fabio Della Campa, 31 anni, precedenti per reati contro il patrimonio ed armi. L’aggressione viene sulle prime liquidata come un fatto privato, ma non è così. Martedì, altra stesa: sconosciuti esplodono numerosi colpi di pistola mandando in frantumi i lunotti di due auto parcheggiata in strada. Basta attendere meno di altre 24 ore – e siamo così arrivati a mercoledì – per rendersi conto che quel linciaggio di due giorni prima ha una matrice precisa: alle 13,30 in via Savarese compaiono i pistoleri autori della prima stesa, i quali sparano all’impazzata e feriscono lievemente Della Campa. I colpi non erano esplosi in aria ma erano mirati contro Fabio Della Campa che ha una concessionaria di auto. I killer due giorni fa volevano ucciderlo e per sua fortuna è stato solo ferito ad una mano e non ha avuto altre conseguenze. Perché lo volessero ammazzare questo ancora è da chiarire ma con estrema probabilità non si tratta di un errore di persona e forse riguarda la sua attività commerciale.  E così arriviamo, finalmente, alla sparatoria di ieri. Un raid simile a quello dei giorni precedenti: solo che stavolta i colpi esplosi vengono indirizzati verso l’abitazione di Luca Capuano uomo dei Sibillo.

(nella foto la polizia scientifica sul luogo della sparatoria di ieri e nel riquadro Luca Capuano)


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