Napoli, istituto Confalonieri: i genitori chiedono maggiore vigilanza

Una pattuglia della polizia municipale all’esterno della scuola e controlli all’interno nelle classi. Sono le richieste dei genitori degli studenti dell’Istituto comprensivo ‘Teresa Confalonieri’ dove ieri, a seguito di una rissa, una volta usciti da scuola, un ragazzino di 14 anni ha accoltellato un suo compagno di 15 anni. Il giorno dopo il fatto, all’orario di ingresso a scuola non si parla d’altro. Tanti i capannelli di mamme e papà che discutono dell’accaduto, che si interrogano su come “proteggere” i loro figli. “Se è il caso – dice una giovane mamma – i ragazzi devono essere perquisiti. Questa è una scuola ottima a livello di insegnamento, ma è inutile negare che siamo in un quartiere difficile”. A preoccupare le famiglie è soprattutto il fatto che il ragazzo fosse armato a scuola. “Il fatto che sia venuto a scuola armato – ha evidenziato una mamma – significa che aveva l’intenzione di fare del male. Se invece di un coltello avesse avuto una pistola, sarebbe stata una carneficina”. Secondo quanto raccontato da alcuni genitori, tra i due ragazzi già in passato c’erano stati momenti tesi che – come riferito – “erano risaputi. Si doveva intervenire prima – affermano – non dopo che quasi ci è scappato il morto”. Grande preoccupazione tra le famiglie che, in alcuni casi, se la sono presa con la stampa che stazionava all’esterno del cancello. “Cosa c’è, il cinema?”, hanno detto alcuni mentre altri hanno ‘accusato’ i giornalisti di “farsi vedere solo in questi casi e di non raccontare le tante attività che si svolgono nella scuola”. Forte da parte delle famiglie l’appello agli organismi competenti affinché vigilino sulla zona della scuola. “Quello che è accaduto ieri – ha detto un nonno, dopo aver accompagnato il nipotino alla scuola elementare – non doveva succedere, ma qui tutti i giorni ci sono tanti pericoli per i nostri bambini: auto e motorini che vengono contromano, tutti senza casco”. Sconcerto è stato espresso da un insegnante di musica che si è detto “molto colpito”. Ma accanto a chi ha detto “noi li mandiamo a scuola e invece sembra che vanno in guerra”, c’ è anche chi tenta di abbassare i toni affermando che “può succedere in tutte le scuole. Guardate cosa fanno negli Usa”.

“Questa non è una scuola di frontiera, non è una scuola dove si allevano delinquenti”. Lo ha detto Tiziana D’Isanto, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Confalonieri, frequentata dai due minorenni tra i quali ieri è scoppiata una lite, all’esterno della scuola. “I miei alunni appartengono a famiglie per bene – ha affermato – Quanto accaduto ci colpisce come comunità scolastica, c’è molta amarezza”. “I ragazzi sono seguiti, di buona famiglia – ha aggiunto – non erano abbandonati a se stessi”. “Basta fango su un’istituzione che lavora sì in un quartiere complesso – ha concluso – ma è una scuola di ragazzi per bene”.

“Non è emerso da nessuna parte che il ragazzo avesse il coltello già in classe”. Lo ha detto Tiziana D’Isanto, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Confalonieri, frequentata dai due minorenni tra i quali ieri è scoppiata una lite, all’esterno della scuola. “Non è emerso – ha affermato – né dai compagni di classe né dagli insegnanti né da altro”. “La testimonianza degli alunni è importante – ha aggiunto – perché immagino che se qualcuno ha intenzione di fare una bravata, va dai compagni e dice: ‘Guarda cosa ho’ e non è accaduto”. A scuola, fa sapere la preside, non ci sono stati episodi in qui alunni siano arrivati armati. “Non è mai successo – ha sottolineato – nella misura in cui cose del genere non sono mai state poste alla mia attenzione, ma i docenti mi riferiscono qualsiasi cosa”. “E’ fuori dal mondo pensare a metal detector – ha concluso rispondendo a una domanda – perché questa non è una utenza da sorveglianza speciale”.

Il ragazzo accoltellato da un suo coetaneo dinanzi alla scuola ha ricevuto oggi la visita degli assessori Annamaria Palmieri e Alessandra Clemente, del presidente della commissione scuola del Consiglio comunale di Napoli, Luigi Felaco, che hanno portato la solidarietà del sindaco, Luigi de Magistris. I due assessori e il consigliere hanno parlato a lungo con la madre e con il giovane. “Il mito del “duello” deve lasciare il posto alla relazione, in cui siano coinvolti i grandi e i ragazzi. Questo il messaggio che tramite le scuole possiamo e dobbiamo portare avanti insieme ai genitori e ai docenti, e lo faremo con rinnovata energia. Inoltre dobbiamo fare lo sforzo di non sottovalutare i modelli negativi che spesso inconsciamente i nostri ragazzi assorbono e subiscono, diventando ora aggressori ora vittime”, ha detto l’assessore Palmieri. “Per questo stiamo cercando di contattare anche l’altra famiglia, parlare con l’altro ragazzo è importante”, ha concluso l’assessore Clemente.


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