E’ per fugare i dubbi di una moglie gelosa che un affiliato al clan Cimmino confessa di incontrare le vedove bianche della camorra per consegnare loro le ‘mesate’ per mantenere le famiglie dei detenuti. Emerge dalle intercettazioni che hanno portato all’arresto di Gennaro Formigli, il ras uscito dal carcere dopo 27 anni, preso mentre chiedeva una tangente ad un imprenditore del Vomero. D’altronde quando i carabinieri della Compagnia del Vomero, guidati dal capitano Luca Mercadante, hanno teso la trappola a Formigli sapevano che il pizzo sarebbe stato un sostentamento per le famiglie dei carcerati: “È arrivato il momento di fare qualche regalo. So che in passato non hai mai aiutato gli amici del Vomero, adesso devi contribuire per i compagni di cella: dobbiamo mantenere le famiglie dei detenuti” aveva detto il ras alla vittima. Organizzando un incontro all’Arenella per farsi consegnare il danaro. Ma l’imprenditore – ricevuta la richiesta – non aveva tentennato. E Formigli è finito in manette con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il clan Cimmino è forte anche perchè ha intessuto con le famiglie dei detenuti un legame fatto di sostentamento e dedizione. Era emerso in quell’inchiesta che tempo fa ha portato in cella Luigi Cimmino, il boss ora in regime di 41bis. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali nell’inchiesta in cui furono arrestati Cimmino e sei affiliati emerse proprio il particolare delle ‘mesate’ consegnate periodicamente alle vedove bianche della camorra. Infatti, uno degli indagati – pur di sfuggire all’ira della moglie gelosa – confessò che l’incontro con una di quelle donne era per consegnare il mensile per il marito in galera. E fu proprio l’arrestato a specificare alla destinataria, sempre per fugare i dubbi di una tresca, che quelli che stava consegnando erano soldi provento delle estorsioni, facendo i nomi degli affiliati e rivelando particolari relativi all’organigramma del clan Cimmino.