Avevano preso di mira un rappresentante di gioielli e, senza che lui se ne accorgesse minimamente, erano riusciti a sottrargli l’intero campionario di preziosi custodito in auto. E’ stato grazie all’intervento degli agenti della sezione antirapina della squadra mobile che Luigi Marigliano, di 51 anni, Angelo Manzo di 52 anni e Giovanni Angelillo di 57 anni, sui quali già da tempo i poliziotti stavano svolgendo un’attività d’indagine circa furti messi a segno ai danni di rappresentanti di gioielli, sono stati arrestati e condotti nel carcere di Poggioreale, perché responsabili, in concorso tra loro, del reato di furto aggravato. I poliziotti, che già da tempo stavano indagando sui furti ai rappresentanti di gioielli e preziosi, hanno intercettato il 51enne alla guida di un’Alfa Romeo Giulietta, sulla circumvallazione esterna di Napoli, all’altezza della rotonda di Villaricca. L’uomo, a forte velocità , ha affiancato un’autovettura Peugeot 308, condotta dal 52enne, a bordo della quale vi era anche il 57enne. Le due auto, nonostante la velocità sostenuta, camminavano in parallelo per agevolare il dialogo tra gli occupanti attraverso i finestrini. Gli agenti, hanno riconosciuto il 51enne e sono intervenuti per bloccare le due auto. Nell’autovettura del 51enne è stata rinvenuta una grossa punta di trapano, spesso utilizzata come tecnica per infrangere i vetri ed il parabrezza delle vetture delle vittime designate. All’interno dell’auto condotta dal complice, invece, i poliziotti hanno rinvenuto un grosso borsone di pelle nera, di marca Mont Blanc, contenente gioielli di una nota ditta che produce preziosi di alta oreficeria, di diversa fattura, caratura e colore, il tutto restituito all’ignara vittima. I poliziotti hanno accertato che ‘il colpo’ era stato messo a segno quando il rappresentante si era fermato ad un bar per un caffè. L’uomo, infatti, non notando manomissioni all’auto, che aveva parcheggiato poco distante dal bar, non si era neanche reso conto del furto subito. La vittima è rimasta incredula quando ha ricevuto la telefonata della polizia, che lo avvisava di controllare se fosse ancora in possesso del suo campionario, pensando ad uno scherzo di pessimo gusto. Pochi secondi dopo, il rappresentante ha contattato i poliziotti per sporgere denuncia del furto.