E’ stato convalidato il fermo del minorenne che giovedì scorso, all’uscita dalla scuola, la ‘Teresa Confalonieri’, nel centro antico di Napoli, ha accoltellato un compagno, M.E., di 15 anni. G.A., 14 anni, a quanto si è appreso, si è pentito del suo gesto. Ora è in custodia in una località protetta. Sua madre – che ha chiesto scusa ai genitori del ragazzo accoltellato – ha spiegato che il figlio veniva preso in giro per il colore della sua pelle. Figlio di una napoletana Antonietta Altomare, e di un pachistano, il ragazzo non ha mai conosciuto il padre morto prima della sua nascita. “Lo insultavano, l’hanno chiamato ‘nero’ e ‘bastardo’ perché non ha il papà” ha detto la madre di G.A.
“Dobbiamo subito lavorare per realizzare la giusta progettualità per incidere su una realtà così eterogenea”. Così la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale della Campania, Luisa Franzese, all’indomani della visita degli ispettori all’Istituto comprensivo ‘Teresa Confalonieri’ dove una rissa tra adolescenti, iniziata a scuola e proseguita in strada, è sfociata in un accoltellamento. Secondo quanto appreso, Franzese riceverà la relazione scritta degli ispettori lunedì, ma da un primo report a voce, è emerso – come ha spiegato – che nella scuola “non ci sono problemi di violenza, ma è sicuramente una realtà eterogenea dove credo le problematiche siano più di rapporti, di relazione”. I due ragazzi coinvolti sono stati descritti agli ispettori – a quanto riferito – come due adolescenti dai caratteri “molto forti”. “L’età in cui sono i due ragazzi – dice Franzese – è difficile, complessa, e le loro personalità vogliono affermarsi l’una sull’altra ed è su questo che bisogna lavorare per poter favorire l’interazione e andare a incidere”. L’ufficio scolastico regionale della Campania – come evidenziato dalla direttrice – con la dirigenza scolastica, il personale docente e il Ministero “lavorerà immediatamente per costruire un percorso ad hoc per la scuola che – conclude – già è molto attiva su vari fronti con la partecipazione a numerosi progetti”.
“Non esiste motivazione alcuna tale da giustificare un atto gravissimo come un accoltellamento, ma le parole della madre del 14enne che a Napoli ha aggredito un suo compagno di scuola non possono essere ignorate”. Lo dice Paola Ferrari (Portavoce Osservatorio Nazionale bullismo e doping). “Spettera’ – continua – alla magistratura accertare l’andamento dei fatti e le motivazioni che sottendono al quel gesto, che va condannato senza se e senza ma, ma occorre indagare anche dietro le cause che hanno spinto un adolescente a compiere un’azione cosi’ grave. La madre dell’aggressore parla di continui atti di bullismo e denigrazione subiti dal figlio, che a scuola veniva accusato di puzzare perche’ nero. Questo scenario, se confermato, conferma che occorre necessariamente lavorare sul fronte della prevenzione per contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. In questo la scuola ha un ruolo imprescindibile: deve ritornare a essere, con ancora piu’ forza, un luogo educativo e formativo in grado di arginare e stroncare sul nascere la messa in atto di pensieri e comportamenti deprecabili”.