Punito dal branco per aver difeso l’amica palpeggiata e presa a schiaffi nel vagone del metrò. Mattia, 19 anni, era in compagnia del padre, della sorella e di altre due amiche: la babygang non ha esitato a circondarlo in treno, a seguirlo e circondarlo sulla banchina e poi a picchiarlo con calci e pugni davanti alla folla dei viaggiatori e con il convoglio impossibilitato a ripartire. È successo alla stazione della linea 1 in piazza Medaglie d’Oro. “Un gruppetto composto da 10-12 ragazzi tra i 14 e i 16 anni insultava e dava fastidio alle persone nel vagone – ha raccontato a Il Mattino il giovane, che ha denunciato l’episodio ai carabinieri della caserma Vomero in piazza Quattro Giornate – quando ho visto che prendevano a schiaffi una delle mie amiche, ho reagito dando un pugno al ragazzino e sono stato circondato e aggredito”. La serata da incubo si è conclusa all’ospedale Cardarelli per le contusioni multiple riportate da Mattia. Era cominciato tutto a mezzanotte tra sabato e domenica. Il 19enne, insieme al padre e alla sorella 16enne accompagnata da due amiche, erano saliti alla stazione di piazza Municipio per scendere a piazza Medaglie d’Oro. “Avevamo notato subito la presenza di quel gruppo di ragazzini già nel metrò di piazza Municipio perché facevano molto chiasso e si agitavano – continua Mattia – poi si sono scatenati una volta chiuse le porte , divertendosi a tirare calci e schiaffi ai passeggeri mentre scendevano alle fermate”. Durante quella manciata di minuti nella tratta percorsa fino al Vomero, il gruppetto di bulli ha imposto i suoi schiamazzi e le sue prepotenze picchiando i viaggiatori che, terrorizzati, sono rimasti muti e immobili. “La gente cercava di ignorarli -ricorda Mattia – ma quando ho visto che si avventavano sulle nostre amiche palpeggiandole e tirando schiaffi non ho pensato a nulla e mi sono lanciato contro di loro”. I secondi successivi sono stati incubo e caos. Almeno in cinque si sono scagliati contro Mattia con calci e pugni, proprio mentre il 19enne e gli altri che erano con lui stavano uscendo dal vagone. In pochi secondi il giovane ha ricevuto una scarica di percosse sulla schiena e nonostante il padre stesse cercando di aiutarlo, è stata una guardia giurata a far arretrare i bulli che alla vista del vigilantes sulla banchina, sono rientrati nel vagone. Le porte del metrò si sono chiuse tra le urla e i pianti delle amichette e della sorella di Mattia ed una sensazione di rabbia e impotenza che il 19enne non si scrolla da dosso. “Ho reagito istintivamente e mi sono scagliato contro di loro- spiega il giovane che studia ingegneria alla Federico II – subito dopo però ho pensato che avrebbe potuto accadere di peggio e che non potevamo sapere se gli aggressori erano armati, è stato in quel momento che ho avvertito il senso di paura.Questi episodi non devono accadere e nessuno dovrebbe limitare la propria libertà per paura di essere aggredito nella metropolitana o in qualsiasi altro luogo io stesso così sento che quest’aggressione mi ha condizionato e non penso riuscirò a prendere il metrò nelle prossime sere”.