Si chiama Money Burning, “denaro in fiamme“, l’operazione dei carabinieri in forza al Comando Provinciale di Reggio Emilia che nel weekend ha portato all’arresto di otto napoletani: la banda era specializzata nello sventrare i bancomat armata di fiamma ossidrica. Il successo dell’operazione si deve alla capillare attività di controllo del territorio, esercitata dai carabinieri della stazione di Castellarano, nel cui comune la banda aveva la base, e alle investigazioni condotte a seguito dei colpi messi a segno dalla banda partenopea: i classici delinquenti in trasferta.
Tutto ciò ha permesso ai carabinieri in forza alla compagnia di Castelnovo Monti, coordinati dal sostituto procuratore di Reggio Emilia Stefania Pigozzi, di individuare la banda. Nella notte tra sabato e domenica i militari hanno operato 8 fermi di polizia giudiziaria nei confronti di altrettanti napoletani individuati come responsabili, in concorso, del colpo ai danni del bancomat del Monte dei Paschi di Siena, compiuto a Reggio Emilia la notte del 12 ottobre.
Recuperati, nel corso dell’operazione, circa 20.000 euro provento dell’ultimo colpo, scanner sintonizzati su frequenze radio forze polizia, inibitori di trasmissioni radio, lance termiche complete di bombole, numerosi attrezzi da scasso e da travisamento, appunti recanti importanti dati su altre banche di tutto il nord Italia.
Nel corso del blitz di sabato notte sono stati trovati anche sei inibitori per cellulari, attrezzi da scasso e diversi accessori per travestirsi, come cappelli, guanti, passamontagna, parrucche, scalda-collo, numerosi telefoni e schede telefoniche. Altro materiale simile è stato trovato nelle case dei fermati, perquisite contestualmente dai Carabinieri del comando provinciale di Napoli. In manette sono finiti con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato i napoletani Francesco e Vincenzo Roselli, 35 e 39 anni, Claudio Miele, 28, Paolo Luigi Ercole, 34, Francesco Sarno, 42, Massimo Coppola, 41, Antonio Marsicano, 42 e Giovanni Ambra, 39enne residente a Castellarano, ritenuto il ‘basista’. Sono stati portati in carcere, a disposizione della Procura reggiana. Sono in corso indagini su altri ‘colpi’ a banche con la stessa tecnica.