La vendetta è servita, almeno in parte. I Vastarella lo andavano dicendo in giro da fine estate:”Prima o poi vi buttiamo tutti a terra…Li dobbiamo buttare a terra, quelli si devono abboccare al petto nostro”. Quelli sono i Sequino, responsabili insieme con i nuovi loro alleati dei Savarese, secondo radio vicolo, dell’omicidio di Vittorio Vastarello, nipote del boss Patrizio e figlio di Raffaele detto “cap ‘e auciello”, attualmente detenuto, avvenuto il 31 agosto. E cosi ieri sera i killer sono piombati nella movida del sabato tra i vicoli del rione Sanità per compiere la loro missione di morte. Tre colpi contro Giovanni Sequino, detto “Gianni, Gianni”, cugino omonimo del più noto Giovannone figlio del boss Nicola. I proiettili lo hanno centrato alla spalla e all’addome. Il ragazzo è crollato esamine al suolo. I sicari credevano che la loro missione di morte era stata portata a compimento e si sono dileguati in tutta fretta nei vicoli in sella a una moto per vitare spiacevoli sorprese e facendo perdere le loro tracce. Il ferito è stato portato al vicino ospedale Vecchio pellegrini, è stato operato, ma ha superato il momento critico. I medici non hanno sciolto la prognosi come da prassi. Ma Giovanni Sequino se la caverà. Gli investigatori sono certi che lo scenario in cui è maturato l’enessimo fatto di sangue nel centro storico di Napoli sia da inquadrare nello scontro in atto oramai da mesi tra i Sequino e i Vastarella per il controllo delle piazze di spaccio e non solo fino a Materdei. In questa ottica vanno anche lette una serie di stese che si sono verificate alla Sanità, ai Vergini e a Materdei dove sempre in estate si è consumato il clamorso duplice omicidio del boss Salvatore Esposito e di Ciro Marfè, uomo dei Sequino.E’ un sussegursi di sangue e di croci funebri che non si ferma nenanche davanti alla forte presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Lo scontro che i Vastarella sembrava avessero vinto contro i “Barbudos” Esposito, Spina, Genidoni, grazie anche alla complicità dei Lo Russo , i “capitoni” di Miano che ora sono decimati dagli arresti e dai pentitimenti dei boss del calibro di Mario e Carlo Lo Russo, ora è ripreso con i Sequino, che tra l’altro sono anche parenti con la famiglia Spina. E la tensione nella zona cresce sempre di più.