Quarto. Il trono del boss e la sua casa sono del Comune di Quarto. Il bene confiscato a Roberto Perrone, ras del clan Polverino, quella faraonica villa sequestrata all’attuale collaboratore di giustizia è un bene pubblico. Ieri il passaggio di consegna al Comune. La residenza dove ha vissuto per anni il braccio destro di Giuseppe Polverino ‘o barone, in via Campana verrà trasformata in una struttura a fini sociali. La magione di centinaia di metri quadri, con vasca idromassaggio, piscina, giardino e decine di oggetti simboli del potere come un trono in uno degli studi, immagini sacre, la copia della bibbia e il quadro araldico con l’albero genealogico dei Perrone sarà utilizzata dai cittadini di Quarto. Nella villa del boss – oggi collaboratore di giustizia e condannato a 16 anni di carcere – si sarebbero svolte tutti i più importanti summit della mala legata al clan Polverino: affari, il monopolio nell’edilizia, la distribuzione di pane e carne e soprattutto al traffico internazionale di hashish. Un impero da oltre un miliardo di euro in gran parte confiscato dallo Stato. “Una pagina importante, quella scritta stamattina. La vittoria della nostra città , tutta, contro il potere del malaffare. Mi faccio portavoce di tutti i cittadini quartesi nel ringraziare le autorità competenti, le forze dell’ordine e tutti coloro che hanno contribuito a questo importante risultato” ha detto il sindaco Rosa Capuozzo che ha partecipato al sopralluogo assieme all’assessore Mauro Scarpitti (Beni confiscati), Ilaria Ascione (Legalità ) al comandante della polizia Municipale Castrese Fruttaldo e ai rappresentanti dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. La villa sarà il simbolo della legalità e del riscatto di Quarto come quell’altro bene che passerà al Comune: l’abitazione di Salvatore Cerrone, elemento di spicco dei Longobardi -Beneduce.