Salernitana, Bollini in stand by se salta Sannino

Per tutti, o quasi, era l’allenatore giusto al posto giusto, ma a quanto pare qualcosa non sta funzionando come dovrebbe tra Giuseppe Sannino e la Salernitana. Ormai non ci sono più dubbi. Forse neanche alibi. L’altalena continua di prestazioni, ancor di più di quella dei risultati, mette sempre più paura, a tutti. Allenatore compreso. Pronto, addirittura, a farsi da parte se ce ne fosse bisogno. Chi lo conosce lo descrive come un combattente, capace di dare sempre di più pur di portare a termine la missione. Ma non solo. Perché viene descritto anche come un uomo dai sani principi, non legato ai contratti ma pronto a fare un passo indietro per il bene del club. Ecco. Proprio di questo il tecnico di Ottaviano ha parlato, assieme a Fabiani, al termine della gara con il Pisa. Un breve colloquio animato nelle stanze segrete dell’Arechi dove però è arrivato immediatamente lo stop da parte del diesse granata vero pioniere in estate dell’operazione Sannino. E così tutto è ritornato alla normalità, si fa per dire. Perché è evidente che qualcosa non va. Dentro e fuori dal campo. In un periodo nel quale la città ha fatto sentire il proprio calore agli allenatori avversari, ma pur sempre speciali, con Sannino invece continua ad esserci un distacco inaspettato alla vigilia. Un clima che già da qualche settimana ha colpito nel profondo il tecnico dei granata. Poi, il settimo pareggio dopo dodici gare di campionato non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Specie per come è arrivato. Vero, i toscani hanno pensato bene di attendere nella propria metà campo e far cadere nella trappola Rosina e compagni. Ma fino ad oggi non è stato sempre così, le gare con Brescia e Ascoli sono l’esatta controprova che incastra la Salernitana. Chiaro, quindi, che non può più bastare nascondersi dietro a quello che di buono si è comunque visto in questi primi due mesi. Troppo poco. Particolarmente in un campionato scorbutico come la serie B. A confermarlo e sottoscriverlo c’è una classifica che è preoccupante come quella di un anno fa. Poco importa che Sannino abbia raggiunto il trecentesimo risultato positivo tra i professionisti, il punto di sabato è sembrato davvero un misero contentino. Ed ora? Le dimissioni per il momento sono accantonate, mentre la parola esonero in queste ore non è ancora presente nel vocabolario della Salernitana (del resto c’è anche l’aspetto economico che tiene, o terrebbe, banco nella vicenda). Ma i prossimi saranno, probabilmente, giorni decisivi. A Cittadella servirà assolutamente una vittoria scacciacrisi. Che dia una svolta alla stagione e che, magari, faccia sbocciare finalmente anche l’amore tra il tecnico e tutto l’ambiente. Non solo inteso come tifoseria ma anche come proprietà. Già. Perché l’amore, di fatto, non è mai nato del tutto neanche con Claudio Lotito. Caratteri forti e focosi. Ma oggi non è più una sorpresa, ma neppure una colpa. È semplicemente una certezza, appurata ancora di più dalle dichiarazioni affermate da entrambi dopo gli ultimi risultati. La parola salvezza infatti, pronunciata sottovoce in estate dalla proprietà e ribadita a voce alta da Sannino nelle ultime settimane, ha fatto il resto. Allontanandoli così ancora di più e facendo riaffiorare, in Lotito, le perplessità di inizio luglio. Del resto Bollini, dopo l’addio definitivo a Inzaghi, sembrava già sull’uscio (chissà che non lo si anche ora l’attuale coordinatore delle giovanili della Lazio). Ma tant’è. Alla fine la spuntò il direttore sportivo Fabiani, proprio come sabato pomeriggio. Ma questa volta chissà se basterà. (il Mattino, Salerno)


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