Nepotismo e favori all’Unisa: arrivano nuovi esposti con i nomi di vincitori di concorsi di cattedra e borse di studio. Uno stuolo di “figli di…”, personaggi che hanno ruoli politico-istituzionali nella provincia di Salerno sarebbero premiati da direttori di dipartimento senza che vengano considerati meriti e curriculum di altri concorrenti. Negli esposti inviati agli organi inquirenti e ai giornali si fanno nomi e cognomi e si fanno collegamenti familiari con personaggi illustri sia dell’università sia del mondo delle istituzioni. Un gruppo di potenti che avrebbe elargito incarichi e borse di studio, nell’ambito di discipline giuridiche, anche con la complicità di Virginia Zambrano, la professoressa che – secondo il Tar del Lazio (sentenza 11393/2015) avrebbe favorito il nipote Pierluigi Matera per un posto di professore di seconda fascia all’università di Fisciano in diritto comparato. A ricorrere contro la Zambrano, interpellando il Tar Lazio, una candidata che si era classificata terza nella graduatoria, e che si era vista scavalcare proprio da Matera. Anche questo dettaglio – a supporto della tesi del nepotismo e dei favoritismi – è raccontato nei due esposti che sono stati inviati ad agosto e settembre, agli inquirenti e a coloro che dovrebbero vigilare su quanto sta accadendo all’unisa. Laureati costretti a vivere nel precariato per far posto ai figli di professori, parenti, figli di professionisti e politici di Salerno, e dar vita – denunciano gli anonimi – a un sistema di scambi di consulenze e favori volti all’arricchimento personale degli “eletti”. Il corvo denuncia che alcuni bandi sono stati costruiti su “figli e parenti di …”. Ammissioni al bando senza adeguata attività di ricerca, senza dottorato, proprio per favorire questo o quel candidato. In entrambi gli esposti si parla di “favoritismi” nei confronti di una ragazza, fidanzata con il figlio di un personaggio importante dell’Unisa. Esposti documentati con sentenze e con una “attività investigativa” del corvo che chiede agli inquirenti di fermare il sistema di favori che vigerebbe da anni nel mondo universitario salernitano. Tutto a discapito di ricercatori e dottorandi, ma anche di aspiranti professori che per anni hanno sgobbato per formarsi e avere un curriculum e titoli adeguati ad un posto di lavoro non precario. Insomma, un altro capitolo che si aggiunge alle inchieste già in corso sull’ateneo.
Rosaria Federico