Sarno, accusato di violenza sessuale: 35enne assolto dopo un anno passato in carcere

 Una vicina di casa con problemi psichici, una violenza sessuale e cinque anni di reclusione. In primo grado andò così. Una condanna per A. I. oggi 35enne. Un episodio del luglio del 2012 che destò molto scalpore. Così come il processo. Poi, la sentenza di Appello. Assolto dall’accusa di violenza sessuale “perché il fatto non costituisce reato” e 15 giorni di reclusione per le minacce al padre della presunta vittima. L’uomo fu arrestato pochi giorni dopo quell’episodio, registrato il 16 luglio del 2012 e per circa un anno è stato in carcere. La condanna fu pesantissima, inflitta dai giudici del Tribunale di Nocera Inferiore dopo aver ascoltato le testimonianze dei testimoni e quella dei carabinieri che condussero le indagini. A. I., secondo l’accusa, si era introdotto nell’abitazione dell’allora 24enne vicina di casa, affetta da problemi psico-fisici, approfittando dell’amicizia che aveva con la famiglia della giovane donna. In casa c’era solo il padre e lui l’aveva costretta ad andare in camera da letto. Qui si sarebbe consumata poi la violenza, nonostante il rifiuto di lei. Il giorno dopo, ritornò a casa della vicina e il padre della ragazza che aveva appreso l’accaduto lo aveva scacciato. Lui reagì e lo minacciò: «Ti spacco in due, qui comando io». Quella frase è costata all’imputato 15 giorni di reclusione, naturalmente già abbondantemente scontati. Le motivazioni che hanno spinto i giudici della Corte d’Appello – presidente Verdoliva – ad assolvere il 35enne dal reato più grave di violenza sessuale ai danni di una persona con problemi psichici saranno depositate nei prossimi giorni. Una sentenza verso la quale A. I., difeso dall’avvocato Giuseppe Mancuso, non ricorrerà in Cassazione. Quattro anni dopo quell’episodio che in qualche modo ha segnato la sua vita, con un anno di carcere e una condanna a piede libero, sostiene di aver ricevuto giustizia. Deciderà successivamente se chiedere i danni per l’ingiusta detenzione. Circa un anno passato tra i penitenziari di Salerno e Vallo della Lucania, nella sezione riservata ai detenuti accusati di aver commesso reati sessuali. Le motivazioni della Corte d’Appello saranno determinanti per capire la scelta dei giudici che probabilmente si basa sull’attendibilità del racconto della ragazza e sulla ricostruzione dell’episodio del 16 luglio del 2012. Un caso che, in quel periodo, fece molto scalpore. Entrambi sono molto conosciuti in paese, vicini di casa per giunta. Fino a quel momento, le frequentazioni familiari non avevano destato nessuna preoccupazione. Poi, le accuse. Il carcere. E infine un’assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”.

Rosaria Federico


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