Scafati, il pentito Ridosso confessa in aula l’omicidio di Luigi Muollo

Salerno. Contraddizioni, mezze ammissioni, la confessione di aver vendicato la morte del fratello Salvatore partecipando all’omicidio di Luigi Muollo: Romolo Ridosso e le sue attese dichiarazioni sono andate in scena dinanzi al Gup Emiliana Ascoli del tribunale di Salerno nel processo agli uomini del clan Loreto-Ridosso. Del suo clan. Numerose le contraddizioni rilevate dalla difesa e dal pubblico ministero Giancarlo Russo, sia in ordine all’esistenza dell’associazione dopo il 2002 sia sulla partecipazione degli imputati sotto processo per i reati di usura e estorsione. Romolo Ridosso era in videoconferenza, così come stabilito per ragioni di sicurezza nella scorsa udienza di inizio ottobre. Ha chiesto, attraverso il suo avvocato Giovanni Conte, di essere interrogato. Ma preliminarmente il giudice Ascoli ha accolto l’eccezione dei difensori degli imputati escludendo dal processo tutti i verbali di ‘collaborazione’ redatti a partire da inizio giugno, data in cui sono state formulate le richieste di giudizio abbreviato. Non potranno entrare nel processo le accuse che potrebbero riguardare i singoli imputati. Ma Ridosso è stato interrogato ed ha parlato, in particolare, di un periodo clou dell’associazione quello tra il 2002 e il 2004 anni in cui a Scafati il gruppo combatteva una guerra di camorra con gli avversari nella quale ci furono vittime sull’uno e sull’altro fronte. La morte di Salvatore Ridosso, alias Piscitiello, fratello di Romolo diede la spinta all’attuale ‘collaborante’ a cercare alleanze per vendicarsi. Individuato il responsabile di quell’omicidio, Luigi Muollo, fu ucciso nel settembre del 2003. Ma in quel periodo, ha raccontato Romolo Ridosso, ci fu anche un altro episodio: il tentato omicidio di Generoso Di Lauro. Un tentativo di assestamento nelle alleanze e nell’affermazione del clan a Scafati che Romolo Ridosso ha circoscritto nel tempo, tant’è che è apparso vago e poco chiaro su quanto è accaduto successivamente. Poco chiare anche le accuse nei confronti dei figli, Gennaro, Luigi e Salvatore, coinvolti nel processo, e del nipote Luigi jr figlio di Salvatore. Ha cercato di escluderli, quanto meno da quel periodo feroce della faida, ‘erano ragazzi’ pare abbia detto. Gli avvocati del collegio difensivo hanno rinunciato a fare qualsiasi domanda, ritenendo irrilevanti le dichiarazioni del ‘collaborante’ per definire le posizioni dei singoli imputati accusati, a vario titolo di associazione per delinquere, finalizzata all’usura e alle estorsioni. Episodi che risalgono al periodo 2004-2010 e che avrebbero visto il clan impegnato in numerosi affari sul territorio. Un clan che nel tempo ha avuto diversi capi, a partire da Romolo Ridosso, per finire ad Alfonso Loreto e Gennaro Ridosso, figlio di Romolo, passando anche per a ‘supervisione’ di un altro pentito di camorra, Pasquale Loreto, che da località protetta elargiva consigli e prendeva parte dei proventi dell’usura e delle estorsioni.

Nel corso della prossima udienza che si terrà a fine ottobre, il pubblico ministero Giancarlo Russo formulerà le richieste di pena nei confronti degli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato e di quelli per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.


Articolo precedente“Cattive abitudini”, gli ultras del Nola assaltano il bus degli avversari: 3 Daspo
Articolo successivoTraffico di droga: arrestata la nipote dell’ex ministro Mogherini