Scafati, stalker perseguita una donna da 7 anni: firmato il divieto di avvicinamento

Scafati. Un ossessione che dura da anni e che lo ha portato ad essere condannato per stalking dai giudici del tribunale di torre Annunziata. Un’ossessione che dura ancora oggi, o almeno fino a qualche mese fa, e che ha portato il sostituto procuratore Ernesto Caggiano della Procura di Nocera a chiedere e ottenere un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna e dai suoi familiari, in particolare il padre. Destinatario del provvedimento, eseguito giovedì sera, dal luogotenente della Stazione carabinieri di Torre Annunziata, Egidio Valcaccia, A. G., 47 anni, un professionista single molto noto in città, che da anni – almeno dal 2009 – ha una vera e propria ossessione contesa con una donna, oggi sposata con un altro. L’emissione del provvedimento restrittivo è dovuto ad una serie di denunce presentate dal padre di lei, un uomo di Torre Annunziata, infermiere presso l’ospedale Mauro Scarlato di Scafati. Nonostante la condanna ad un anno e sei mesi emessa dal giudice del Tribunale di Torre Annunziata ad un anno e sei mesi nei confronti della donna, diventata madre e moglie nel frattempo, il professionista scafatese avrebbe continuato a perseguitare il padre. A partire dal mese di luglio del 2015 l’uomo presenta una serie di querele nei confronti del 47enne che usava aspettarlo all’uscita dell’ospedale urlandogli contro sempre le stesse ingiurie nei confronti della figlia, frasi spregevoli e volgari e poi minacce: “Prima o poi vi devo uccidere a tutti e due”. L’infermiere poi ha raccontato anche altri episodi che avrebbero riguardato suoi familiari e in particolare, l’altra figlia, incontrata dallo stalker in un noto bar scafatese. Il 47enne quell’ossessione non l’ha mai persa. Tanto che nel gennaio del 2016, avendo saputo che la donna era incinta ha dato di ‘matto’ e ha ricominciato ad inveire contro il padre: “Cornuto, ti devo uccidere, prima o poi ti uccido”. In questa occasione, l’infermiere torrese per salvarsi dalla furia del professionista aveva chiesto l’aiuto di una pattuglia dei carabinieri per essere scortato nel tratto di strada che lo separava dall’ospedale alla sua auto. Giovedì sera, è arrivata l’ordinanza del Gip, A. G. non potrà avvicinarsi alla donna e ai suoi familiari, tutti residenti a Torre Annunziata, ma non potrà avvicinarsi all’ospedale dove lavora l’infermiere.  (rosaria federico)

Articolo precedenteCamorra, Roberti a Ercolano: “Non è un fatto contingente, ma realtà”
Articolo successivoFissato il processo per il branco di San Valentino: giudizio immediato il 15 dicembre