Schiava del marito: picchiata e costretta a scambi di coppia, lo denuncia e lo fa finire sotto processo

E’ riuscita dopo anni di violenze e di mortificazioni di ogni tipo a denunciare il marito e a farlo finire sotto processo.Costretta agli scambi di coppia, a giochi erotici filmati e postati sul web nei circuiti porno, picchiata, maltrattata e derisa anche davanti ai figli e alla famiglia.  La sua storia è simile solo in parte quelle che negli ultimi tempi sono venuti fuori dopo la morte di Tiziana Cantone. Ma quella di “Fanny” è una storia molto più tragica perché la famiglia del marito violento ed erotomane è una di quelle che fanno paura. Uno zio ex camorrista e killer dei clan dell’AgroNocerinoSarnese e oggi pentito, un fratello ai domiciliari perché aveva cercato di uccidere una persona a colpi di ascia. Insomma  la paura per “Fanny” era tanta. Ma alla fine  si è ribellata e l’ha denunciato. Ora l’uomo è sotto processo presso il Tribunale di Nocera Inferiore con l’accusa di violenza sessuale aggravata, riduzione in schiavitù, maltrattamenti e lesioni aggravate. Ecco cosa ha raccontato la donna nella sua denuncia:

Mi picchiava, mi offendeva davanti ai figli e alla famiglia, perché diceva che portavo sfortuna. Mi costringeva a sopportare qualunque offesa. Mi lasciava piena di sangue davanti ai figli, mi minacciava. A volte mi faceva scendere dalla macchina e mi lasciava a piedi..Vedevamo film porno e mi costringeva a fare quello che voleva. Scoprii che aveva rapporti con altre donne via web, faceva dei giochi perversi. E cominciò a registrare i nostri rapporti, li rivedeva e mi rimproverava. ‘Non sei brava, sei un cesso, non meriti il mio c…’ Un giorno scoprii che li aveva messi on-line a mia insaputa. Stava sempre con un computer portatile…Mi portava nei nightclub a Benevento, Nola e Roma. Do­vevo giocare e prestarmi. Col nome fìnto di Fanny divenni un’attrazione. Se mostravo vergogna, mi picchiava e mi insultava.«Partecipai al con corso per miss maglietta ba­gnata sotto le sue minacce. Se non lo avessi fatto avrei dovuto stare con una coppia in un gio­co erotico. Così fui selezionata come vincitrice, e fui ritratta in un sacco di foto e riprese dove cercavo di nascondere il pudore e di sorridere, recitavo la parte della donna disinibi­ta perché sapevo che se fossi stata titubante, mio marito mi avrebbe picchiata. Quella sera fu felice ,avevo vinto e si complimentò. Il proprietario del locale mi voleva, divenni un’attrazione. E mio marito continuò a contattare coppie interessate ai rapporti ses­suali. Mi ripeteva ‘Comportati come una p.. ricordati che questo sei, sai fare solo questo e questo devi fare’. Così mi obbligava ad assistere ai suoi rapporti con altre donne e che spesso registrava”.

 


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