Strage del taxi, battute finali per il processo di primo grado che vede Antonio Riano al banco degli imputati. Ieri, alla Quarta sezione del Tribunale di Napoli Nord, è stato il turno della difesa. In aula, in qualità di teste, è stata ascoltata per quasi due ore Anna Saraiello, la compagna del fioraio di Pianura accusato dell’omicidio di Luigi Simeone e della moglie Immacolata Assisi. I loro cadaveri furono ritrovati in una cava a Giugliano nell’aprile 2015. Ma il grande accusato, come riporta Il Roma, pur messo alle strette dal sostituto procuratore Manuela Massimo Esposito e dalle domande del presidente della Corte d’Assise Spagna, ha deciso di fare scena muta ancora una volta.
La signora Saraiello, incalzata dalle domande dell’accusa, ha ribadito le proprie convinzioni circa la presunta innocenza del compagno. Ha poi fornito una serie di ragguagli in merito a un’auto di proprietà del suocero che, stando al suo racconto, sarebbe stata prestata alle vittime per effettuare il trasloco dall’abitazione di Melito per la quale erano in trattativa. La 29enne ha inoltre ammesso che l’atto di compravendita finito agli atti del processo era in realtà un falso. Un passaggio, quest’ultimo, dalla rilevanza tutt’altro che trascurabile. Il movente del delitto è stato infatti inquadrato dagli in- quirenti proprio all’interno di una serie di attriti scaturiti dalla vendita di quell’immobile. Il sostituto Esposito, alla luce di una serie di incongruenze rilevate rispetto ai primi interrogatori, ha anche ipotizzato, a carico della Saraiello, alcuni profili di falsa testimonianza. Il 29 novembre, ascoltati gli ultimi teste della difesa, dovrebbe essere infatti emessa la sentenza. Riano, accusato di duplice omicidio premeditato oltre che aggravato dalla crudeltà, rischia la condanna all’ergastolo.