Torre Annunziata, il pentito: “Ad uccidere zi Natalino furono Maresca e Amoruso”

“Luigi Maresca e Vincenzo Amoruso ammazzarono zì Natalino. Ma io non li vidi salire sulla moto, partita da Palazzo Fienga verso lo stadio Giraud. A via Bertone, sentii soltanto il rumore del- l’acceleratore”.  Lo ha ripetuto ieri in aula della Corte di Assise d’Appello il pentito del clan Gionta di Torre Annunziata, Aniello Nasto “quarto piano”, collegato in videoconferenza. Ad uccidere Natale Scarpa furono due tiratori scelti del clan Gionta. Luigi Maresca, alias ’o trippone, ed il killer defunto Vincenzo Amoruso ’a vecchiarella.

Il 73enne era il  padre del ras dei Gallo-Cavalieri, Vincenzo “caramella”,  oppure ‘o dottore narcotrafficante internazionale coinvolto nell’inchiesta sui potenti “scissionisti” degli Amato-Pagano di Secondigliano che ha fatto venire alla luce il nome dello stabiese Raffaele Imperiale, Lelluccio ‘o parente, l’uomo dei Van Gogh.

L’intero processo, a carico di Maresca, si gioca sulla attendibilità delle dichiarazioni di Nasto e Saurro. Ma alla prossima udienza sarà la volta di un altro pentito di camorra, Michele Luppo, raccontare la sua verità ai giudici. Secondo il collaboratore di giustizia “per evitare lo scoppio di una faida, Giovanni Colonia dei Gallo si recò a Palazzo Fienga, a casa di Gemma Donnarumma, per raccomandarle di considerare chiuso l’episodio…la signora Gemma disse che non poteva dare una risposta subito, che doveva parlare con i carcerati. La risposta in un primo tempo fu negativa…”. I “carcerati” – così sempre Luppo, nelle carte agli atti del processo – “avevano detto che non volevano saperne niente e che volevano la testa di zio Natalino”. Oltre a Luppo, il pm della Dda di Napoli, Claudio Siragusa, ha chiesto di ascoltare in aula il pentito ercolanese Vincenzo Raimo, ex compagno di cella di Aldo Gionta.

“Zì Natalino”, nel febbraio del 2006 aveva schiaffeggiato in pubblico Valentino Gionta junior, figlio di Aldo il “boss-poeta” e nipote del fondatore della cosca rivale. Vale junior, all’epoca 14enne, durante le feste per il Carnevale lanciò un uovo addosso al “vecchio”. Natale Scarpa reagì con un’offesa, poi pagata con il sangue.

Lo scorso 23 febbraio, infatti, per l’omicidio erano già stati condannati a vario titolo, ma in abbreviato, Giuseppe Coppola (ergastolo), lo stesso Nasto (8 anni) e l’altro pentito del clan, Vincenzo Saurro “sciabolone” (8 anni). Il gup del tribunale di Napoli, Paola Piccirillo, aveva invece assolto a sorpresa il boss Aldo Gionta, il boss poeta.


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