L’inchiesta sul gruppo del clan Falanga di Torre del Greco guidata da Maurizio Garfofalo, “The king of Narcos” nasce proprio dal suo arresto avvenuto nel maggio del 2014 per il “tradimento del suo “cassiere” Giuseppe Pellegrino che grazie a ciò assume un ruolo di vertice all’interno del gruppo sfruttando l’amicizia della moglie Cira Langella con Raimonda Sorrentino “la donna del capo”. Scrive il gip: “…Il corposissimo materiale di intercettazioni unitamente alle rilevantissime missive inviate dal carcere da parte di Garofalo Maurizio ad amici e familiari e all’attività di riscontro operata dalla Polizia Giudiziaria ha consentito in un periodo di tempo relativamente breve,ma assai significativo nella vita dell’associazione, di ricostruire con certezza la sussistenza della stessa, le modalità operative, i soggetti partecipi e i ruoli da ciascuno rivestito”. Appunto ed è proprio che intercettando in carcere i colloqui tra “The boss” e i suoi familiari e poi leggendo lettere e pizzini rilasciati alla compagna Raimonda Sorrentino e sequestrate in seguito che si è potuto comprendere,attraverso le parole del boss come lo stesso intendeva continuare ad impartire ordini all’esterno ma anche capire le reazioni di coloro che sino al suo arresto erano stati esecutori degli ordini, e inoltre quale fosse stata sino ad allora la
composizione e la struttura dell’ organizzazione e quali ricadute avesse comportato questo arresto nella stessa al fine della creazione di nuovi eventuali equilibri .
 Non a caso Garofalo in un colloquio in carcere con la compagna Raimonda Sorrentino si mostra preoccupato per il sequestro delle lettere e dei messaggi avvenuto da parte dei carabinieri e ricorda di avere scritto in quelle lettere nomi, circostanze, luoghi, impressioni che alla lettura di un investigatore attento avrebbero consentito di risalire sicuramente a tutto l’organigramma della cosca. Le lettere e il manoscritto con la contabilità a fare luce su tutti i partecipanti all’oraganizzazione. Poi con le intercettazioni telefoniche e ambientali ai veri personaggi molti dei quali arresttai ieri e e a quelli dei colloqui in carcere è emerso emerso che Garofalo Maurizio, detto o’ Pulliere, era diventato il punto di riferimento della camorra a Torre del Greco istituendo nuove piazze di spaccio e canali di approvvigionamento della droga. Due in particolare: quello del clan Polverino tra Marano, Qualiano e Villaricca attraverso i fratelli Giovanni e Luigi Diana e Alberto Bova e poi quello corallino attraverso Luigi Barone.
Il traffico di droga e le piazze di spaccio erano gestite dai suoi piu’ stretti familiari quali la ex moglie Franca Magliulo Franca, il nipote Raffaele Magliulo detto ‘Lello’ con il fido collaboratore Giancarlo Mennella Giancarlo e il “traditore” Giuseppe Pellegrino detto o’pasticcio e la nuova compagna Raimonda Sorrentino con il figlio Michele Di Maio Michele. La distribuzione dello stupefacente alle varie piazze di Torre del Greco e lo spaccio al dettaglio erano effettuati invece in prima persona da Enrico Palomba, Giuseppe Pellegrino,Raffaele Magliulo, Paolo Magliulo
Raffaele Scognamiglio, Antonio Garofalo, Francesco Mercedulo, Danilo Perillo e Andrea Oriunto genero del boss di Ercolano, Luigi Papale con il quale si era stretto accordi. Poi Pellegrino provvedeva al ritiro del denaro e Garofalo al pagamento della fornitura ai grossisti.