Video hot in rete della studentessa di Pozzuoli: acquisiti i cellulari di due ragazzi

Il colpo di scena è arrivato alla fine, quando la testimonianza era stata messa agli atti. Poco prima di chiudere il verbale, i magistrati hanno invitato i due potenziali testimoni a consegnare il proprio telefonino cellulare. Un invito difficile da eludere, anche se – sulle prime – i due protagonisti delle sit (sommarie informazioni testimoniali) hanno fatto melina: “Io l’ho lasciato in auto”, ha detto il primo; anche l’altro pare ci abbia in un certo senso provato: “No, non credo di averlo appresso il cellulare, devo vedere dove l’ho messo”. Ma alla fine i cellulari sono stati recuperati e spontaneamente resi ai pm che indagano sulla diffusione di un video hot di una studentessa di Pozzuoli, su cui da qualche tempo è aperta un’inchiesta della Procura di Napoli. La storia è abbastanza nota: la 19enne si sente improvvisamente al centro di pettegolezzi poco garbati perchè in rete sta circolando un video hot di un rapporto sessuale con il suo fidanzato. La ragazza non va a scuola per alcuni giorni. La cosa diviene di dominio pubblico e la Procura apre un’inchiesta sulla scorta della tragedia di Tiziana Cantone. Al lavoro il pool, come riporta il Mattino, che si occupa di reati informatici, coordinati dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli, fascicolo affidato al pm Silvana Sico. Pochi giorni fa vengono ascoltati in Procura – nelle vesti di potenziali testimoni – due persone: sono due coetanei del 22enne protagonista del video hot. Si tratta dei primi due ad aver notato sul circuito on line (in alcuni siti porno) la presenza del video che ritraeva i due ragazzi di Pozzuoli. Chiara a questo punto la strategia investigativa. L’obiettivo è capire chi ha pubblicato per la prima volta il video on line. Un errore che, se fosse confermato, potrebbe costare una condanna per violazione della privacy, ma anche per diffamazione ai danni della giovane coppia, in uno scenario investigativo che ormai da tempo macina reati di questo tipo. Ma come si è arrivati ai due giovani amici della coppia? Come entrano nell’inchiesta, seppur (al momento) nelle vesti di testimoni? Poche settimane fa erano stati chiamati in causa da Gennaro, il 22enne dell’area puteolana che ha sporto per primo la denuncia al commissariato locale: “Sono stato contattato da due persone che conosco, ecco i loro nomi”, aveva detto Genny ai pubblici ministeri. Ed era stato sempre l’attore del video a consegnare spontaneamente il proprio cellulare, per dimostrare di non aver condiviso materiale pornografico con nessuno.. Il video di Pozzuoli è stato già registrato, viene caricato on line fino a quando Genny non decide di rivolgersi alla polizia per denunciare: “Sono vittima di questa vicenda – ha spiegato nel corso della sua deposizione – quelle immagini non le ho caricate io in Internet”. Ora agli inquirenti tocca analizzare i due cellulari acquisiti dopo le sit degli altri due potenziali testimoni, mentre l’attenzione investigativa si concentra su di lei. Per forza di cose, su di lei. Tocca alla 19enne essere ascoltata in Procura, nel tentativo di acquisire la sua versione. Non ha sporto denuncia, rimanendo volutamente lontano dall’attenzione dei media e degli stessi inquirenti. In linea puramente teorica, il pm potrebbe verificare la traiettoria del video anche passando allo spulcio cellulari e computer riconducibili alla ragazza. Una mossa a questo punto scontata, per chiudere il cerchio sull’ultimo caso di video hot in rete all’insaputa di qualcuno, per assegnare responsabilità precise ad attori e spettatori: che possono diventare vittime o colpevoli, a seconda degli accertamenti condotti dalla polizia postale in questi giorni.


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