C’è un vasto giro di carri fumebri illegali e fasulli che prate da Napoli e fa il giro d’Italia e sul quale sta indagando la Procura di Napoli. Sono giù cinque le vetture per il trasporto mortuario che sono state sequestrate in questi ultimi mesi in giro per l’Italia. L’inchiesta è coordinata dal pm Graziella Arlomede, in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione dell’aggiunto Alfonso D’Avino. Si lavorasull’ipotesi di reato di ricettazione e riciclaggio. Inchiesta nella quale sarebbero coinvolti anche alcuni dipendenti della Motorizzazione civile di Napoli ed esperti meccanici e carrozzieri napoletani in grado di trasformare le auto station wagon rubate in quelle per il trasporto funebre. Un giro che coinvolge molte persone. Ne da notizia Il Mattino secondo il quale proprio stamattina è prevista una consulenza sui cinque mezzi usati come carri da morto. C’è l’ipotesi che si tratti di automobili di grossa cilindrata “mascherate” da carri funebri e munite di documenti di viaggio posticci, proprio grazie alla complicità di una o più talpe interne alla motorizzazione civile. Un sospetto che nasce proprio alla luce del giro di denaro che ruota attorno alla gestione dei carri che trasportano le salme in cimitero: in genere costano in media tra i centomila e i 120 mila euro (tra auto e licenze), una cifra che ovviamente viene abbattuta grazie all’uso di finti carri da morto. Ci vogliono sessanta mila euro per sedersi in un carro funebre fasullo, che ha però la possibilità di svolgere un servizio su scala nazionale, andando all’incasso in un mercato potenzialmente sterminato. Una realtà che richiede un contributo su più livelli: c’è l’aspetto puramente meccanico, con officine attrezzate a trasformare auto di grossa cilindrata in carri funebri, poi c’è il versante amministrativo, che richiede una complicità interna in quel di via Argine. Un’inchiesta quindi che promette clamorosi sviluppi anche perché il mercato di carte di circolazione potrebbe riguardare anche altri livelli, anche auto d’epoca e vetture ordinarie. Fenomeno legato ovviamente ai furti che vengono messi a segno nell’area metropolitana, che rendono possibile il reimpiego di vetture ripulite ad arte. Scenario complesso, ci sono state delle acquisizioni di atti, nel fascicolo sono finiti dei documenti che potrebbero spingere gli inquirenti su livelli di responsabilità più ampi. Tanto per capire chi è riuscito in questi mesi a produrre falsi seriali per duplicare anche carri funebri, buoni da usare a Napoli come a Belluno.