Aborti illegali con il Cytotec: ecco come il ginecologo indagato Franco Petrone praticava le interruzioni di gravidanza nel salernitano

Nocera Inferiore. E’ il Cytotec, un gastroprotettore che tra gli effetti collaterali ha anche quello dell’aborto. E’ il farmaco ‘abortivo’ consigliato e prescritto da Franco Petrone, il ginecologo nocerino, fino a due mesi fa primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Quel farmaco sarebbe stato utilizzato, tra le altre pratiche, per far abortire delle sue pazienti. Stamattina, le perquisizioni. Casa, studio in via Matteotti al centro di Nocera, nell’ufficio dell’ospedale Umberto I. Ad eseguire il provvedimento di perquisizione disposto dal pm Amedeo Sessa, i carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria del Tribunale nocerino, insieme ai colleghi del Nas di Salerno. Le accuse contestate aborti clandestini, peculato, truffa ai danni dello stato. Sequestrate circa un centinaio di confezioni di vari farmaci rinvenuti allo studio privato e privi di bollini identificativi sui quali si stanno effettuando delle verifiche. Potrebbero essere stati sottratti dalla farmacia ospedaliera, oppure provenire da un mercato parallelo a quello legale. Questo saranno i carabinieri del Nas a stabilirlo verificando i numeri di serie e i lotti di appartenenza. La denuncia è partita da una donna, in particolare, che ha accusato il medico di averle procurato un aborto con dei farmaci e in condizioni non certo legali. Il farmaco consigliato era il Cytotec. Un farmaco che – secondo la Procura – veniva consigliato anche a donne gravide che avevano superato il terzo mese di gravidanza. E, dunque, l’accusa di aborti clandestini. Ma non solo. Petrone che ha lavorato come primario fino al primo settembre scorso non era autorizzato a svolgere l’Alpi (attività libero professionale intramuraria) il servizio a pagamento svolto da medici specialistici all’interno dell’azienda ospedaliera e fuori dall’orario di lavoro. Ma quando vi erano delle emergenze, Petrone portava le sue pazienti in ospedale e praticava gli aborti in regime di intramoenia. Con una visita privata le donne che avevano deciso di abortire scavalcavano la lista d’attesa in ospedale, oppure si affidavano direttamente alla pratica dell’aborto oltre il ‘consentito’ dalla legge, con le pillole del noto farmaco. In tutto questo il medico si faceva pagare la prestazione medica, come visita privata, senza poter emettere fattura. Senza naturalmente dichiarare nulla al Fisco. Secondo l’accusa, avrebbe continuato ad effettuare visite e pratiche abortive fino all’8 novembre di quest’anno, giorno in cui sono stati emessi i provvedimenti di perquisizione, eseguiti dagli uomini della Pg, coordinati dal luogotenente Massimo Santaniello e dall’appuntato Nicola Montone. Stamattina, i carabinieri hanno sequestrato numerose cartelle cliniche, sia presso lo studio, sia nell’ufficio dell’Umberto I. Poi, la scoperta di quei farmaci ora all’attenzione delle forze dell’ordine. Alcuni era tenuti in cattive condizioni, altri scaduti, altri ancora di provenienza dubbia. Il professionista, molto noto a Nocera, vecchia guardia della ginecologia salernitana, è accusato anche di ‘induzione a indebita a dare o promettere utilità’, peculato e probabilmente si profila nei suoi confronti l’accusa di truffa ai danni dello Stato per aver lavorato nel suo studio privato pur essendo un primario ospedaliero. Sarebbero almeno quindici i casi di donne alle quali avrebbe praticato aborti clandestini, in cambio di danaro – naturalmente -, alcune di queste sono straniere in difficoltà. Il professionista, in pensione da alcuni mesi è assistito dall’avvocato Giovanni Annunziata.

Ma Petrone è già assurto agli onori delle cronache giudiziarie proprio recentemente. E’ stato rinviato a giudizio per la morte di Maria Cariello, 35 anni, angrese originaria di Gragnano, deceduta all’Umberto I di Nocera Inferiore dopo un’interruzione di gravidanza. Era stata operata da Petrone e tornata a casa, dopo aver accusato continui malori, era morta tre giorni dopo. Ad ottobre è iniziato il processo a suo carico per omicidio colposo. La storia di Maria Cariello aveva fatto molto scalpore. I funerali furono bloccati quando i familiari decisero di presentare un esposto in procura denunciando la negligenza del medico. La 35enne, infatti, morì per un’emorragia interna della quale Petrone non si sarebbe accorto nei giorni successivi all’interruzione di gravidanza. Ora il ginecologo è accusato di aver praticato aborti illegali.

Rosaria Federico


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