Condannati tre fedelissimi degli “scissionisti” Amato-Pagano per avere chiesto il pizzo a un assicuratore per pagare la latitanza di Giovanne Vitale autore dell’omicidio della vittima innocente della faida Lino Romano. Ieri è arrivata la sentenza per Luca Clemente, Ciro Venuti e Valerio Casoria. Il primo è stato condannato a 6 anni di carcere in continuazione,il secondo è stato condananto a 5 anni e 4 mesi e infine Valerio Casoria a 4 anni di carcere.
Devono rispondere dell’estorsione al liquidatore del Fondo di garanzia per le vittime della strada. Quest’ultimo sarebbe stato costretto a firmare una quietanza di pagamento da 12 mila euro per un sinistro stradale. Lo minacciarono dicendo “Apparteniamo all’Alleanza di Secondigliano e uccidiamo i bambini nelle culle”. Soldi usati per aiutare il ricercato, come ricorda il Roma, resosi uccel di bosco dopo il clamoroso errore di persona costato la vita all’innocente “Lino”. Il funzionario del Fondo sarebbe stato pesantemente minacciato dagli indagati che fecero specifici riferimenti alla moglie e ai figli, dei quali mostrarono di conoscere generalità e domicilio. Così, il liquidatore fu costretto a firmare la quietanza temendo per la vita dei familiari. Giovanni Vitale, soprannominato “Gianluca” fin da piccolo, ritenuto un elemento di spicco del clan Abete-Abbinante-Notturno-Aprea di Secondigliano. Sfuggito inizialmente alla cattura in seguito all’emissione di una misura cautelare, venne arrestato dagli uomini del Gico il 21 dicembre del 2012. Si nascondeva all’interno di un cineforum abbandonato a Scampia. Subito dopo il suo arresto, gli investigatori della Finanza, mettendo sotto controllo alcune utenze scoprirono il gruppetto di favoreggiatori, composto a metà da insospettabili, tra cui le due donne coinvolte, e da personaggi già conosciuti.
(nella foto Luca Clemente e Giovanni Vitale)