Aveva incassato oltre un milione di euro per attività extra moenia: la Cassazione manda a processo il medico Cesare Rubino

Era stato prosciolto dall’accusa di aver percepito indebitamente, nell’arco di 29 anni, quasi 1 milione e 300 mila euro derivanti dall’ attività medica extra moenia che come primario di emodialisi esercitava all’ interno dell’ospedale di Ariano Irpino. Il medico, Cesare Rubino, accusato di truffa ai danni della Asl di Avellino, dovrà però tornare a processo in veste di imputato dopo che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di proscioglimento emessa il 13 giugno scorso dal Gup del Tribunale di Benevento, Gelsomina Palmieri, che aveva ritenuto infondata la richiesta di rinvio a giudizio del professionista perché basata su elementi di prova “non meritevoli di un utile approfondimento dibattimentale”. Il primario – secondo l’accusa – dal 1985 al 2014 si sarebbe trovato in situazione di incompatibilità in quanto dipendente pubblico e dirigente di una struttura sanitaria complessa, che gestiva una società di sua proprietà, la “Emodialisi Irpina spa”, convenzionata con il SSN, nonchè con l’attività extra moenia esercitata all’interno dello stesso ospedale. Nel ricorso, accolto dalla Suprema Corte, i difensori della Asl di Avellino hanno invece ribadito “la gravità e la concordanza degli elementi che richiedono invece un diverso e approfondito vaglio giudiziario della vicenda”. Il processo è stato rinviato davanti al Tribunale di Benevento.


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