Camorra, ecco la strategia del boss “stragista” Cosimo Di Lauro per bloccare i processi a suo carico e uscire dal carcere duro

C’è un colpo di scena che è sfuggito ai più e che riguarda il boss stragista Cosimo Di Lauro. Un colpo di scena che ha cominciato a profilarsi a margine dell’udienza dell’altro giorno del processo in Corte d’Assise D’Appello per l’omicidio di Massimo Marino, cugino del boss scissionista Gennaro Mckay, avvenuto l’11 dicembre del 2004. L’omicidio che diede il via alla prima sanguinosa faida di Scampia da parte dei Di Lauro nei confronti degli “Scissionisti” e per il quale il pg ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Cosimo Di Lauro. Sarebbe la prima condanna al fine pena mai per l’ex idolo dei giovani di “Gomorra”. Il colpo di scena è arrivato a margine. A proporlo ai giudici gli avvocati difensori di Cosimo Di Lauro che hanno sollecitato l’acquisizione dell’aggiorna­mento delle cartelle cliniche del detenuto Di Lauro presso il carcere di Opera, dove lo ‘stragista’ è relegato in regime di 41bis. Le condizioni psichiche di Di Lauro non sono buone, sostengono i difensori. La difesa ha spiegato che Cosimo Di Lauro rifiuta da tempo di sostenere colloqui con il suo legale, e finanche con la madre. Ha scelto di non partecipare piuÌ€ ai processi che lo vedono imputato, rinunciante a ‘comparire’ in gergo tecnico che presuppone un malessere psichico. La Corte ha assicurato che inoltrerà un solle­cito presso il penitenziario. Basta saper leggere tra le righe della richiesta per poter avanzare l’ipotesi che la difesa punta al riconoscimento del vizio parziale di mente per Cosimo Di Lauro legato al regime di carcere duro. Una detenzione che potrebbe averlo minato nella capacità di partecipare ai processi e dunque di stare in giudizio. Il passaggio successivo all’acquisizione delle cartelle cliniche potrebbe essere quello di nominare un perito che valuti le condizioni mentali dell’imputato. Strategia processuale o vera condizione questo dovrebbe essere una perizia a stabilirlo. In ogni caso, il mancato interessamento del boss alle sue vicende processuali potrebbe implicare la capacità di comprendere quello che attualmente gli sta accandendo ed effettuare scelte consapevoli rispetto alla sua difesa. Caso analogo, ma confortato da perizie disposte dai giudici, è quello di Giuseppe Gallo, il boss del narcotraffico della zona vesuviana, ribattezzato in carcere Peppe ‘o pazzo, dichiarato incapace di stare in giudizio e per il quale furono sospesi tutti i procedimenti in corso a suo carico. Perizie di parte ma anche dei giudici bloccarono processi e condanne. Per anni è stato così, tanto che il detenuto aveva beneficiato anche della pensione di invalidità, salvo poi scoprire che alcune di quelle perizie erano false e allora la strategia difensiva è svanita e i processi nei confronti del boss sono ricominciati.

Quale sarà invece l’iter processuale e procedurale per Cosimo Di Lauro questo saranno i giudici della Corte d’Assise d’Appello a stabilirlo. Prima che venga emessa la sentenza a suo carico.

 

 

 

 


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