Lo scenario criminale nelle zone controllate fino a pochi mesi fa dai Lo Russo di Miano è cambiato radicalmente negli ultimi mesi sotto i colpi degli arresti operati dalle forze dell’ordine e con il pentimento della quasi totatlità della storica famiglia di camorristi di via Ianfolla. I “capitoni” hanno quasi tutto abbandonato i quartieri a Nord di Napoli dove controllvano le piazze di spaccio e numerose attività commerciali. Solo poche donne sono rimaste in giro. Per il resto mi familiari dei pentiti hanno seguito i congiunti nelle località protette, gli altri invece stanno pensando di “riciclarsi” collocandosi altrove. Per questo che lo scenario su cui stanno lavorando gli investigatori per risalire ai responsabili dei tre omicidi che hanno fatto ripiombare l’area nord di Napoli nel terrore, è completamente mutato. Su un fronte, con base a Chiaiano, ci sarebbe un gruppo formato da ex Stabile definito dagli inquirenti “Ferraro” in contrapposizione ai Nappello, il gruppo subentrato ai Lo Russo dopo l’arresto di Vincenzo “o’ signore” , fi- no a quel momento unico rappresentante ancora in libertà dei “Capitoni”. I Nappello avrebbero come loro base Piscinola e la stessa Miano. Mentre nella zona della Don Guanella e a San Pietro a Patierno avrebbero ripreso fiato i reduci dei Mallo appoggiati dalle giovani leve del rione Traiano con la “supervisione” dei Licciardi pronti a prendere il comando su tutto il territorio che fu dei “Capitoni”. L’ultima mappa redatta dalle forze dell’ordine, come riportato da Il Roma, certifica la scomparsa dei Lo Russo dall’elenco dei clan attivi dopo la clamorosa scelta di pentimento dei fratelli boss Mario e Carlo e ora anche del nipote Antonio. Un triplo colpo evidentemente insopportabile per l’organizzazione, anche se gli stessi investigatori mettono in guardia da eventuali illusioni. Non sarebbe il primo caso di gruppo di malavita dato per finito e invece ricomparso sotto la guida di un nuovo capo. Giuseppe Guazzo, ammazzato a Chiaiano lo scorso 15 settembre, era un fedelissimo di Vincenzo “’o signore”.
Mentre il 30 settembre sono stati uccisi Domenico Sabatino e Salvatore Corrado, attirati in una trappola a Miano da persone che conoscevano con la scusa di un incontro chiarificatore: si erano legati ai “chiaianesi” secondo gli investigatori. Tra i due clan (in fase di formazione secondo gli investigatori) sarebbe scoppiata una guerra, frutto avvelenato in ogni caso della disgregazione del clan Lo Russo in seguito alle decisioni ravvicinate di collaborare con la giustizia. Se fosse trascorso più tempo tra un pentimento e l’altro, sarebbe stato senz’altro diverso.