Camorra, l’infinita guerra tra i Ricci e gli Elia dietro “la “stesa” alla Pignasecca

Era il gruppo della famiglia Forte o meglio Antonio Forte, figlio del ras Salvatore detto “’o Dudù”, accostato in passato alle Teste Matte e ai Russo del boss soprannominato “Mimì dei cani”, l’obiettivo della “stesa” dell’altra notte nel cuore della Pignasecca a Napoli. Due degli 11 proiettili esplosi dal commando di tre diversi pistoleri (hanno fatto fuoco con con una calibro 380, una 9 e un 38, a dimostrazione che l’intimidazione tra via Bonafficiata Vecchia e via Porta Medina doveva essere ben chiara)ì si sono conficcati nel balcone della sua abitazione in via Bonafficiata Vecchia. Il giovane è entrato nel mirino dei killer degli Elia del Pallonetto di Santa Lucia per i suoi legami con  la famiglia Ricci i “fraulella” dei Quartieri Spagnoli. Antonio Forte era stato arrestato nel 2014 per il tentato omicidio di un cittadino cingalese con il quale aveva litigato. Lui non è mai stato accostati ai clan ma i suoi familiari sicuramente si. I Forte, come ricorda Il Roma, sono considerati alleati dei Ricci da quando gli investigatori identificarono i componenti il commando che sparò verso i Mariano provocando la morte dell’innocente musicista romeno Petru Birladeanu. Ne facevano parte due uomini dei “Fraulella” e due con il cognome Forte, i cugini di Antonio, Maurizio e Salvatore Forte, condannati con Marco Ricci a 30 anni di carcere per quell’omicidio. Ecco perché, partendo dall’infinita guerra tra i Ricci e gli Elia, una delle piste conduce al Pallonetto Santa Lucia. Tutto cominciò con l’omicidio di Giuseppe Todisco detto “Ciurillo”. “Gennaro commise un omicidio, uccidendo nei Quartieri Spagnoli una persona imparentata con gli Elia del Pallonetto, responsabile di aver schiaffeggiato suo fratello Marco”. Il 21 ottobre 2009 Alfredo Cannavo, ex affiliato ai Palazzo del Mercato, fece riferimento a un fatto di sangue senza entrare molto nei dettagli. Ma per gli inquirenti che conoscono la malavita del centro di Napoli non c’erano dubbi: l’omicidio indicato è quello di Giuseppe Todisco detto “Ciurillo”, 35 anni, il 1 aprile 2008 in vico Conte di Mola, sui Quartieri”. Secondo la ricostruzione del pentito, il delitto ebbe come conseguenza la rottura successiva tra i Mariano e i Ricci. Alfredo Cannavo ha poi continuato nella ricostruzione di quella fase di accordi e disaccordi. “In quel periodo già avevamo stretto il patto con Pep- pe Sarno, del cui clan “Tonino fraulella” faceva parte. Poco dopo venne scarcerato Giacomo Ricci (il pentito sbaglia perché “Giacomino frauelella” si chia- ma Enrico Ricci, ndr), il quale volle restare fuori da quei contesti. Egli però cominciò a subire azioni armate da parte degli Elia, i quali andarono a sparare anche sotto la sua abitazione. Fu per questo che decise di prendere posizione». Giuseppe Todisco era un personaggio di spicco all’interno degli Elia del Pallonetto-Santa Lucia, anche se faceva par- te di un’ala un pò più distaccata del clan. Era il cognato di Arnaldo Nocerino, a sua volta cugino degli Elia, ed era in particolare legato ai “Magoni”.

 

 


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