Pasqualino Puca, 52 anni, ritenuto dagli investigatori reggente dell’omonimo clan, detenuto al 41 bis nella casa circondariale di L’Aquila, è stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati in materia di armi. I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna gli hanno notificato l’ordine di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia. Puca, detenuto in regime detentivo speciale, è stato raggiunto dall’ordinanza per violazione delle leggi sulle armi e ricettazione, con l’aggravante del metodo e delle finalità mafiose.
Pasqualino Puca è considerato dalle forze dell’ordine un elemento di spicco dell’omonimo clan camorristico, egemone tra Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano. Il suo nome ricorre, come riporta Il Roma, in numerose indagini relative a diversi omicidi per il controllo dei traffici illeciti nell’area a Nord di Napoli. Una storia criminale, quella prima degli anni 2000, caratterizzata da una lunga scia di sangue. All’inizio del 2015 la polizia gli aveva notificato il sequestro di beni per 700mila euro. Un sequestro che seguiva di qualche anno quello deciso nel 2012, quando la confisca interessò beni (appartamenti ed attività imprenditoriali) per decine di milioni di euro. Puca venne arrestato nel febbraio del 2009 con l’accusa di concorso nell’omicidio, avvenuto il 28 dicembre del 2007, di Francesco Verde detto “’o negus”, e di tentato omicidio di Mario Verde, appartenenti al clan avversario. Puca fu successivamente condannato all’ergastolo. Sentenza di primo e secondo grado, che nella primavera di quest’anno è stata cancellata dalla Corte di Cassazione.