Camorra, omicidio del giovane innocente all’esterno della discoteca: condannato a 23 anni di carcere “Tore ‘o maligno”

Il Tribunale dei Minorenni di Napoli ha condannato a 23 anni di reclusione Salvatore I., detto Tore ‘o maligno”, minorenne all’epoca dei fatti, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Maurizio Lutricuso, ucciso il 10 febbraio 2015 all’esterno di una discoteca a Pozzuoli. Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura presso il Tribunale dei Minorenni, hanno accertato la responsabilità di Salvatore I., in concorso con Vincenzo Costagliola, entrambi aderenti al clan camorristico dei Sibillo-Giuliano, conosciuto anche come “paranza dei bambini”, attivo nel centro di Napoli e in particolare nella zona di Forcella.  Il delitto fu consumato per futili motivi e conseguenza di un banale litigio con la vittima. Per lo stesso reato Vincenzo Costagliola è già stato condannato dal Tribunale di Napoli a 20 anni di reclusione.

 Il 13 novembre scorso ‘0 maligno aveva confessato in aula l’omicidio. E questa sua confessione gli ha evitato l’ergastolo. “Sì, va bene, sono stato io. Ammetto la mia responsabilità, sono stato io a ucciderlo”.  Così in aula il minorenne conosciuto da tutti nei vicoli di Forcella come Tore ‘o maligno e legato alla “Paranza dei Bimbi”, aveva ammesso in  aula le proprie responsabilità in merito all’omicidio di Maurizio Lutricuso, ucciso il 10 febbraio del 2014, all’esterno di una  discoteca di Pozzuoli – il Private One – al termine di una rissa scoppiata per motivi banali. Il ragazzo era stato ucciso perché aveva osato schiaffeggiare Tore ‘o maligno all’interno della discoteca dopo che questi con toni guappeschi gli aveva chiesto una sigaretta. Il ragazzo legato in maniera particolare al defunto boss Pasquale Sibillo poi si vantò al telefono del suo gesto.

“L’ho sciattato, l’ho ucciso, dici la verità Giuliano, ti è piaciuto? Sette botte. Ma davvero stai facendo? Quello è venuto sotto a me , ha chiavato un pacchero, è partito direttamente con il pacchero è partito. Gugliè, l’ho sfondato, trasc, bunget, poi mi ha pigliato il compagno e mi ha alzato per aria”. Cosi il killer  parlava con il suo sodale ignorando di essere intercettato. Il finale si commenta da solo: “Ma che me ne fotte di questa storia, odiniamo due saltimbocca…”  .

(nella foto la giovane vittima innocente Maurizio Lutricuso)


Articolo precedenteScafati, Aliberti si dimette e anticipa le mosse da ‘eutanasia politica’ di tredici consiglieri
Articolo successivoTraffico di droga dall’Olanda: condannati Genny ‘a carogna e i suoi familiari