Una requisitoria lunga, dettagliata alla fine della quale il Procuratore generale della Corte di Assise di Appello di Napoli, Carmine Esposito, ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Vincenzo Russo ritenuto l’assasssino di Gianluca Ciminiello, il tatuatore di Casavatore ucciso nel 2010 perché aveva pubblicato siul suo profilo facebook una foto con Lavezzi ex calciatore del Napoli suscitando le invidie di un collega parente di un boss degli “scissionisti” degli Amato-Pagano di Secondigliano. La storia del pestaggio mancato e poi dell’omcidio è nota. Il processo di secondo grado è ripreso nei mesi scorsi dopo che la Cassazione aveva annullato la seconda sentenza di fine pena mai per Russo. Il riconoscimento fotografico operato dalla fidanzata di Gianluca, che indicava il volto di Vincenzo Russo come esecutore materiale partiva da un presupposto poco corretto. Si scoprì, infatti, nell’altro processo d’appello, che Anna Vezzi aveva però visto la foto di Russo due giorni prima di quel riconoscimento in circostanze anomale. Un carabiniere, Giuseppe Iannini, lo stesso che pochi mesi fa è stato arrestato per aver passato all’ex parlamentare Cosentino atti d’indagine riservati sul clan Puca e su aderenze con ambienti politici, le mostrò la foto dell’uomo dicendole “al 99 per cento è lui”. Ma per il pg quell’evento anomalo non deve far dubitare del racconto di Anna Vezzi. tanrto che ieri in aula ha precisato con forza: “L’abbiamo sentita. Lei è precisa, puntuale. Ed ha dimostrato un grande coraggio nell’accusare uno che vive nella camorra. Purtroppo è vero che gli appartenenti alle forze dell’ordine, Iannini e Sambuco, sono stati poco professionali, ma la loro condotta non deve inficiare la genuinità di quanto la donna ha dichiarato. Poi ci sono stati numerosi pentiti, tutti del clan Amato-Pagano, che hanno raccontato da più angolazioni la storia. E’ vero ci sono delle contraddizioni in questi racconti, ma solo perché ognuno di loro ha assistito ad una fase della vicenda. Ed anzi le contraddizioni rendono più veri questi narrati”. Per il pg la conclusione non può che essere “la conferma dell’ergastolo per Russo». E chiede “la trasmissione de gli atti in procura contro il maresciallo Iannini per falsa testimonianza”.
Ma prima aveva parlato anche l’imputato Vincenzo Russo che ha provato a difendersi con vigore: “Sono innocente. Io capisco il dolore che c’è in quest’aula. Ma il dolore è anche mio, perché da 7 anni sto vivendo un incubo. In quest’aula di Tribunale ho visto circa 20 pentiti che mi accusano di una cosa che non avrei mai immaginato di affrontare. Con queste persone non ho mai avuto rapporti, non le conosco. E non riesco a capire da dove nasce il loro accanimento nei miei confronti”.