“Chiedo perdono per questo gesto, vi amo tanto, veglierò sempre su di voi. Perdonatemi, papà adesso è felice di stare vicino a zia Antonietta e ai nonni. Siate felici. Solo così papà può riposare in pace. Vi Amo tanto..” Sono alcuni dei drammatici passi della lettera pubblicata in esclusiva dal quotidiano Il Rroma che il detenuto Diego Basso, legato ai clan Pesce-Marfella di Pianura ha scritto ai suoi familiari prima di suicidarsi nel carcere di Rebibbia il 26 ottobre scorso. L’uomo era stato arrestato ad aprile su disposizione della Cassazione per l’omicidio di Francesco Esposito avvenuto 15 anni fa. Ad accusarlo erano stati i pentiti Luigi Pesce e Giovanni Romano. Tornato in carcere Basso aveva iniziato a collaborare salvo poi far marcia indietro. Infatti aveva scritto una lettera ai magistrati Francesco De Falco e Francesco Valentini della Dda di Napoli il giorno prima del suicidio. Lettera anche questa pubblicata in esclusiva sul Roma e nella quale Basso dice di aver mentito e di esservi “inventato tutto” a proposito delle dichiarazioni sugli omicidi di Luigi aversano( ucciso a Pianura il 7 agosto del 2013) e di tale Giacomino ‘o sfilato. Spiega ai magistrati nella lettera di essersi voluto vendicare nei confronti di Giovanni Romano e Luigi Pesce che lo avevano accusato ingiustamente dell’omicidio Esposito e di aver “accusato ingiustamente il fratello di Pesce e Marfella, Foglia e Perfetto… volevo ottenere benefici e di essere creduto. Su queste persone innocenti il mio rimorso è grande non posso più andare avanti. Mi dispiace di aver mentito”. Era tormentato, insucuro e non sapeva più cosa fare Diego Basso perché il 6 ottobre aveva scritto una lettera al pm Francesco Valentini della Dda di Napoli in cui spiegava di “voler rinunciare alla collaborazione e di aver al più presto un colloquio” e di avere al suo fianco “la presenza dei familiari”. Poi il 24 ottobre ne aveva scritta un’altra in cui spiegava di voler riprendere la collaborazione interrotta perché il figlio era stato minacciato. E infine le due drammatiche lettere finali attraverso le quali chiede scusa per il suo gesto.